ANCONA – «Il piano per il risparmio del gas? Soffriremo un po’ di più il freddo ma in situazioni di emergenza va bene tutto, anche abbassare il riscaldamento e ridurne il periodo di accensione, se serve per risparmiare sui consumi». Lo dichiara il presidente degli industriali marchigiani Claudio Schiavoni, dopo che il Mite (Ministero della transizione ecologica) ha pubblicato il regolamento del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale.
Tra le misure previste dal governo, c’è la riduzione di 1 grado per il riscaldamento degli edifici: 17 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti a attività industriali, artigianali e assimilabili, 19 gradi con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici. Inoltre, introduce limiti di esercizio degli impianti termici, la cui accensione viene ridotta di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio, e di 1 ora per quanto riguarda la durata dell’accensione giornaliera. Nessuna variazione invece per quanto riguarda ospedali e case di ricovero.
Le stime dell’impatto delle misure di contenimento indicate dal regolamento pubblicato dal Mite, ammontano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, a cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere con campagne di sensibilizzazione degli utenti sul fronte dei consumi.
Schiavoni ricorda che anche «negli anni ’70 abbiamo vissuto le ‘domeniche’ di austerity, quando non si potevano usare le auto», insomma, una sorta di déjà vu. Sulla situazione delle imprese, il presidente di Confindustria, si dice «molto preoccupato, non solo per le aziende più energivore, ma anche per le altre che subiscono gli effetti indiretti dei rincari attraverso l’incremento del costo delle materie prime».
«Speriamo che il governo rimetta in moto le centrali a carbone – dice – e una serie di provvedimenti che aiutino le imprese ad andare avanti. I rincari sono frutto di una speculazione sul prezzo dell’energia, serve un piano energetico a due step, uno di breve e l’altro di medio-lungo termine che possa traghettarci fuori dalla dipendenza energetica da un solo paese per il metano».
Sul nucleare di quarta generazione, conclude «sono favorevole, ma serviranno 10-15 anni, nel frattempo occorre lavorare anche sul tema delle fonti rinnovabili e su interventi immediati».