Ancona-Osimo

«Il gender? Va trattato anche a scuola» Rossini dell’Anp dice «no ai tabù». Losacco (Pd): «Le Marche non sono feudo della Lega»

Si allarga la polemica dopo le dichiarazioni dell'assessore Latini sul no alla teoria gender nelle scuole. A prendere posizione sono il presidente dei presidi marchigiani e il commissario del Pd Losacco

Riccardo Rossini, presidente regionale Anp

ANCONA – «Il gender? È un tema delicato che merita di essere trattato anche a scuola e non soltanto fuori dalla scuola, dove è affrontato comunque e magari in ambienti dove l’ideologia può essere fuorviante. Meglio avere una trattazione il più possibile oggettiva all’interno della scuola con degli esperti che possano affrontare l’argomento in maniera oculata e senza tanti tabù». A dirlo “fuori dai denti” è il presidente dei presidi marchigiani Riccardo Rossini (Anp – Associazione Nazionale Presidi) che interviene sulle polemiche scatenate dopo il «no alla teoria gender nelle scuole» dell’assessore regionale con delega all’Istruzione Giorgia Latini.

Una polemica che è approdata ieri nell’Aula del Consiglio regionale dove i dem hanno protestato con cartelli a sfondo arcobaleno con su scritto «Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Se non a scuola dove?» facendo appunto rifermento alla richiesta dell’assessore Latini rivolta al ministero di ritirare la circolare «a firma di Maria Assunta Palermo, direttore generale del Ministero dell’Istruzione» nella quale secondo Latini «con un colpo di mano» si «invitano i docenti e le scuole di ogni grado in occasione del 17 maggio, per la “Giornata contro l’omofobia la bifobia e la transfobia”, a creare “occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali». Una circolare con la quale però secondo l’assessore «il Ministero si sostituisce al Parlamento, di fatto “approvando” uno dei punti più deleteri del Ddl Zan, bocciato a ottobre dal Senato».

Sulla questione però Rossini è chiaro: «Che facciamo? Mettiamo la testa sotto la sabbia? Non è possibile. Il proibizionismo culturale è da evitare, soprattutto nella scuola dove si deve aprire il pensiero, che deve essere ovviamente non assoluto, ma contrapposto ed elaborato. Bisogna dare agli studenti gli strumenti per poter elaborare il proprio pensiero senza dover delegare al pensiero degli altri, questo è il compito della scuola. Non esistono argomenti tabù».

Alberto Losacco, commissario Pd Marche (immagine tratta dal profilo facebook)

A rincarare la dose è anche il Pd che afferma a chiare lettere: «Le Marche non sono il feudo della Lega. La scuola deve essere fucina di una visione inclusiva della società». Il commissario regionale dei dem Alberto Losacco dichiara: «Ancora una volta siamo costretti a chiedere un chiarimento sul ruolo che la Lega intende svolgere all’interno della maggioranza che sostiene il governo Draghi. Ma soprattutto è tempo che il partito di Matteo Salvini la smetta di considerare le Marche come un proprio feudo, utilizzando le istituzioni locali per imporre prepotentemente una visione diametralmente opposta a quella del governo nazionale. Quanto accaduto in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia non può più essere tollerato».

«L’attacco frontale portato al Miur dall’assessora alla Pubblica Istruzione Giorgia Latini – spiega Losacco – con la richiesta di ritirare la circolare ministeriale che invitava i docenti a creare nelle scuole momenti di confronto e approfondimento sui temi legati alle discriminazioni sull’orientamento sessuale, non è compatibile con le politiche che contraddistinguono il governo nazionale, volte a tutelare e a estendere i diritti civili. E tanto meno lo è la sua reazione scomposta alla giusta e opportuna protesta portata in aula dai consiglieri del Partito Democratico per stigmatizzare le pericolose parole dell’assessora e ribadire l’importanza proprio della scuola nella costruzione di una visione inclusiva della società e nella difesa dei diritti della comunità Lgbt».

«È bene – conclude Losacco – che l’assessora Latini, il presidente Francesco Acquaroli e tutto il centrodestra marchigiano, comprendano che non si può essere europeisti solo quando il governo nazionale stanzia per la Regione Marche le risorse del Pnrr, risorse che tra l’altro continuano a presentare all’opinione pubblica come farina del loro sacco, e poi rigettare in toto i principi fondamentali su cui si fonda l’Unione Europea. Comprendo che, soprattutto per la Lega, questa contraddizione assuma un carattere dilaniante, ma non è più accettabile che le loro fibrillazioni interne vengano scaricate sulle marchigiane e sui marchigiani, che hanno invece bisogno di un governo regionale capace di mettere a terra progetti e risorse per far uscire le Marche dalla fase post pandemica e contrastare gli effetti negativi sull’economia generati dalla guerra in Ucraina».