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Clima, gennaio mese più caldo di sempre. Danovaro (Univpm): «L’Adriatico si scalda più velocemente dei grandi mari»

Secondo l'Osservatorio europeo Copernicus gennaio 2025 è stato di 1,75 gradi più caldo del periodo preindustriale. A riscaldarsi non è solo l'aria ma anche la superficie del mare. L'approfondimento con il professor Roberto Danovaro, ricercatore più influente nel settore Sea and Ocean Worldwide

Roberto Danovaro
Roberto Danovaro

«Se il Pianeta non sta bene, il Mediterraneo sta anche peggio». Roberto Danovaro, professore ordinario di Ecologia all’Università Politecnica delle Marche, commenta così il nuovo dato diffuso dall’Osservatorio europeo Copernicus sul nuovo record raggiunto nel mese di gennaio che si conferma come il più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 13,23 gradi, 0,79 gradi in più rispetto alla media registrata, sempre a gennaio, nel periodo 1991-2020.

Secondo il servizio di monitoraggio satellitare e da basi a terra e in mare del pianeta, della Commissione Ue gennaio 2025 è stato di 1,75 gradi più caldo rispetto al livello preindustriale ed è stato il 18esimo mese degli ultimi diciannove mesi in cui la temperatura media globale dell’aria superficiale è stata di oltre 1,5 gradi in più rispetto al livello preindustriale. Già nel 2024 si erano battuti diversi record: il periodo che va da febbraio 2024 a gennaio 2025 è stato più caldo di 0,73 gradi rispetto alla media del periodo 1991-2020 e di 1,61 gradi in più rispetto alla media stimata del 1850-1900.

In Europa la temperatura media a gennaio è stata di 2,51 gradi in più rispetto alla media di gennaio 1991-2020, attestandosi come la seconda più calda dopo gennaio 2020. A riscaldarsi non è solo l’aria, ma anche la temperatura media della superficie del mare: in Europa ha raggiunto 20,78 gradi, il secondo valore più alto mai registrato per il mese (0,19 gradi in meno rispetto al record di gennaio 2024). Le temperature sono rimaste elevate in molti altri mari e bacini oceanici.

Danovaro, che è risultato il ricercatore più influente nel settore Sea and Ocean Worldwide, evidenzia che il bacino del Mediterraneo si sta scaldando ad una velocità più elevata rispetto ad altri mari per le sue caratteristiche: «Nella sua parte centro-settentrionale (Adriatico) ha una profondità media di poco più di 30 metri circa», mentre la profondità media complessiva del Mar Mediterraneo è di 1.500 metri, a fronte di una profondità media dell’Oceano Atlantico che raggiunge i 3.700 metri, più del doppio del Mediterraneo. «L’Adriatico è un sottile ‘velo d’acqua’ – osserva – destinato a riscaldarsi ad una velocità di circa 50 volte superiore rispetto al Mediterraneo più profondo e di oltre 100 volte più velocemente rispetto ai grandi Oceani».

cambiamenti climatici
Gli effetti dei cambiamenti climatici

Insomma, secondo l’esperto, il mare Adriatico, rappresenta «un modello che anticipa le conseguenze causate dal cambiamento climatico. Stiamo assistendo – dice – a una anteprima degli effetti della crisi climatica sul sistema marino». Il cambiamento climatico «sarà problematico anche per alcuni settori economici, come le marinerie – precisa -: dalle acque dell’Adriatico deriva circa il 40% del pescato nazionale». «Il riscaldamento delle acque – prosegue – sta portando ad una fortissima diminuzione della produttività di questo mare che è meno ricco di cibo e quindi sarà anche meno ricco di pesce. Una conseguenza prevista anche per gli oceani, ma che nel Mediterraneo si manifesterà prima».

«Occorre ragionare in un’ottica di medio-lungo termine per la transizione della filiera produttiva del settore pesca – spiega – bisogna sviluppare nuovi modelli. Per quanto riguarda il turismo l’anno scorso abbiamo visto la comparsa delle mucillagini, la cui probabilità è aumentata dalla temperatura dell’acqua. La presenza di acque più calde in Adriatico genera una maggiore probabilità di comparsa ed esplosione di alghe tossiche, pericolose per la salute umana. È un quadro molto complesso: servono strategie di adattamento sia a tutela dell’ecosistema marino, che della salute umana».