ANCONA – La nomina di Paolo Gentiloni a commissario europeo agli Affari Economici sta suscitando diverse reazioni da parte del mondo politico italiano e regionale. È la prima volta che un italiano ottiene la responsabilità dell’importante delega che si occupa di crescita economica, occupazione, finanze pubbliche e stabilità finanziaria.
Erede della fam- iglia Gentiloni Silveri di Tolentino, che annovera nel ramo familiare anche il conte Vincenzo Ottorino Gentiloni (promotore del celebre Patto Gentiloni che segnò l’ingresso dei cattolici nella politica italiana), Paolo Gentiloni ha sempre mantenuto uno stretto legame con le Marche e con la città di Tolentino della quale è cittadino onorario e dove è tornato anche nelle settimane successive al sisma del 2016.
Ma se l’incarico a Gentiloni incassa i consensi del centrosinistra, non piace al centrodestra.
Il presidente regionale Luca Ceriscioli la definisce «una bellissima notizia» e ›una scelta di prestigio per il nostro Paese». «Finalmente l’Italia ritorna protagonista in Europa – sottolinea – . Siamo certi che il legame che ha con le Marche, il neo commissario Gentiloni, come già dimostrato da presidente del consiglio, lo saprà manifestare con la grande attenzione per il nostro territorio».
«Una nomina importante per le Marche – commenta il deputato del Pd Mario Morgoni – Gentiloni è una persona di indubbio profilo, avendo svolto ruoli politici e istituzionali di primo piano». Il parlamentare va all’attacco di Fratelli d’Italia e della Lega che hanno contestato l’incarico a Gentiloni: «È paradossale che questa nomina sia avversata proprio da chi sbandiera lo slogan prima gli italiani – spiega Morgoni. Sia Paolo Gentiloni che David Sassoli hanno ottenuto importanti incarichi a livello europeo, e sono entrambi italiani, eppure sono stati bersagliati di critiche dalla Meloni e da Salvini che probabilmente sono in stato confusionale. Forse dovrebbero trasformare il loro slogan in “prima i leghisti e i fratellini d’Italia”».
Esprime grande soddisfazione il già deputato Emanuele Lodolini: «Nell’arco di un mese siamo passati dal rischio di una Europa sovranista ad avere la certezza di un europeista convinto. Parla la sua storia e le sue origini marchigiane. Ho avuto l’onore di sostenerlo in Parlamento nella scorsa legislatura e di apprezzarlo come ministro degli esteri. Nel 2015 ad Ancona organizzai un evento pubblico con l’allora ministro Gentiloni e con il neo ministro degli Affari europei Vincenzo Amendola, una soddisfazione doppia. È una personalità determinata a portare avanti l’Europa e con legami nel territorio».
La nomina di Gentiloni però non raccoglie il consenso di Lega e Fratelli d’Italia. Ad esprimersi sulla questione è il senatore della Lega Paolo Arrigoni: «È la dimostrazione che il Conte Bis è in realtà un Governo Merkel/Macron, nato su indicazione delle cancellerie europee come i governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, che trovano quella continuità sancita proprio con la nomina dell’ex premier in Europa. Tra l’altro il ruolo di Gentiloni agli Affari economici è un inutile contentino, perché sarà controllato dal vicepresidente della Commissione Dombrovskis con delega all’economia. Con queste premesse è impossibile che il marchigiano Gentiloni faccia il bene della sua terra e del nostro Paese, svenduto da Pd e M5s per qualche poltrona».
«Accogliamo con grandissima soddisfazione il fatto che l’Italia abbia ottenuto gli Affari Economici, il portafoglio più importante della commissione Ue – commenta il senatore del Movimento 5 Stelle Mauro Coltorti – . Sull’indicazione di Paolo Gentiloni sono comprensibili le perplessità di alcuni portavoce del M5s eletti all’Europarlamento, ma c’è un dato che non va dimenticato: nell’agenda politica di Bruxelles sono arrivati temi che solo fino a 5-6 mesi fa era impossibile nominare nei pressi dei palazzi che ospitano la commissione Ue. Concetti come l’addio all’austerity in ambito economico, piani di sviluppo incentrati su misure sostenibili dal punto di vista ambientale, salario minimo europeo e revisione dei trattati di Dublino sul fronte delle politiche migratorie, ora sono parte integrante del programma politico della Von Der Leyen. E sono tutti temi sui quali il M5s si batte da sempre. È chiaro che l’epopea del Gentiloni premier è finita: anche nel Pd sanno che l’Ue deve cambiare registro. Siamo certi, pertanto, che il neo-commissario agli Affari Economici lavorerà su questa nuova agenda tematica. Il M5s su questo sarà rigorosa sentinella».