ANCONA – L’anconetana Giorgia Sordoni è stata premiata dal capo dello Stato Sergio Mattarella come Alfiere del Lavoro. Il prestigioso riconoscimento, riservato a 25 studenti modello italiani, è stato conferito ieri (22 ottobre) al Quirinale. L’ex studentessa del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Ancona, diplomata nel luglio scorso con 110 e lode, è stata insignita dell’attestato di onore e della medaglia del capo dello Stato per i brillanti risultati scolastici che l’hanno catapultata nell’Olimpo degli studenti più meritevoli d’Italia.
Segnalata dalla preside del Liceo Scientifico Galilei, Annarita Durantini, sulla base del voto riportato all’esame di Stato e della media dei voti che nei 5 anni hanno superato quella di altri studenti della scuola superiore, Giorgia è risultata la studente “eccellente” del Galilei.
Una studentessa che ha sempre conseguito dei risultati molto importanti con il massimo dei voti, ricorda la preside Durantini: «Una ragazza dall’intelligenza brillante e accompagnata da una curiosità intellettuale a tutto tondo». Annarita Durantini osserva che la sua ex studentessa ha partecipato a numerose attività extracurricolari, fra le quali il corso umanistico e attività di orientamento, «distinguendosi ogni volta». Una persona aperta, dimostrazione del fatto che «non c’è bisogno di stare curvi sopra i libri alla Giacomo Leopardi per ottenere brillanti risultati scolastici».
E infatti Giorgia Sordoni è riuscita a primeggiare in ambito scolastico, nonostante i molteplici interessi. Ballerina, avida lettrice e scrittrice, sa organizzare perfettamente la sua giornata per districarsi tra i vari impegni. Ha studiato per anni danza moderna, classica e contemporanea, fino a diventare assistente della sua insegnante alla Luna Dance Center di Ancona. Dopo il diploma Giorgia si è iscritta alla facoltà di Giurisprudenza e si è da poco trasferita a Trento dove divide un appartamento con altri 5 studenti, ma «di marchigiani quassù ce ne sono pochi» spiega.
La notizia di essere stata designata Alfiere le è arrivata come una grande sorpresa. «Quando ho saputo che la preside intendeva segnalarmi – racconta Giorgia – ho accettato con gioia, nonostante ero consapevole della competizione difficile e del premio estremamente prestigioso. Non avrei mai pensato di essere tra i 25 premiati».
La comunicazione di essere stata nominata Alfiere le era arrivata nel mese di agosto a mezzo mail, ma Giorgia sul primo momento non l’aveva vista perché la mail era finita nella casella spam. Poi la telefonata da parte della segreteria della Federazione dei Cavalieri del Lavoro che le ha dato la splendida notizia.
«Non ho realizzato la portata dell’evento fino a ieri mattina (22 ottobre) quando sono stata premiata al Qurinale».
Cosa ha provato nel ricevere l’ambito riconoscimento?
«È stata un’esperienza bellissima. Eravamo tutti molto emozionati e abbiamo potuto conoscere i Cavalieri e gli Alfieri del Lavoro nominati negli anni passati. Il presidente Mattarella ci ha presentati con con la media scolastica e la facoltà universitaria scelta, quando ha saputo che mi sono iscritta a Giurisprudenza, la stessa facoltà frequentata anche dal capo dello Stato, mi ha rivolto un grande in bocca al lupo».
Quali sono suoi sogni e i suoi obiettivi?
«Mi piacerebbe arrivare alla Magistratura o alla carriera diplomatica. Ho scelto di frequentare Giurisprudenza a Trento perché è molto aperta sull’aspetto internazionale. Ho tanti sogni e spero di viaggiare molto, l’idea di avere una carriera fissa sempre nello stesso posto non mi è mai appartenuta. Sogno un lavoro che mi renda piena e una carriera in continua evoluzione».
Sono moltissimi gli studenti che una volta laureati si trasferiscono all’estero, lei cosa ne pensa della fuga di cervelli?
«In questi 3 giorni che abbiamo trascorso a Roma, il capo dello Stato e il ministro dello Sviluppo Economico hanno affrontato il problema e si sono detti intenzionati a mettere gli studenti nelle condizione di restare in Italia. Spero di riuscire a restare qui a casa mia, ma allo stesso tempo di confrontarmi con le realtà fuori dal nostro Paese. Con gli altri ragazzi è emersa la possibilità di andare fuori e alcuni studiano già all’estero. Sembra che per noi giovani ci siano più possibilità e più stimoli all’estero, sembra più facile dal punto di vista occupazionale, anche se non ho mai valutato di frequentare l’Università fuori dall’Italia perché so che la qualità della preparazione fornita dai nostri atenei è superiore. A livello lavorativo poi si vedrà».
Cosa le ha lasciato questa esperienza?
«Una grande emozione. È stata il coronamento all’impegno che ho riversato nella scuola fin dalle medie. Un’esperienza che non considero un punto di arrivo, ma di partenza verso nuovi traguardi e che mi spinge a lavorare e impegnarmi per il futuro».
Cosa si sente di dire ai suoi coetanei?
«È difficile raggiungere risultati importanti e riuscire a conciliare studio, scuola, famiglia e interessi, occorre tanta organizzazione».
Lei oltre ad avere brillanti risultati scolastici ha sempre avuto una vita ricca di interessi, come è riuscita a conciliare tutto? Qual’è il suo segreto?
«Sono molto precisa, pianifico attentamente la mia giornata e amo avere tutto in ordine, anche se ci sono giorni in cui organizzarsi non è possibile».