Ancona-Osimo

Giornata del Ciclamino, a Torrette screening gratuiti per la sclerodermia. Moroncini: «Nelle Marche si stimano mille malati»

Nella Sclerodermia Unit della Clinica Medica di Torrette opera un team specializzato nella diagnosi e nel trattamento della patologia autoimmune spesso sotto diagnosticata. Il primario ci spiega di che si tratta

La video capillaroscopia a Torrette

ANCONA – Screening e controlli gratuiti all’ospedale regionale di Torrette (Ancona) per la prevenzione della sclerodermia. L’iniziativa rientra nell’ambito della Giornata del Ciclamino, organizzata dal Gruppo Italiano Lotta alla Sclerodermia, per la sensibilizzazione sulla malattia e raccogliere fondi attraverso l’acquisto di una piantina di ciclamini.

Si tratta di una malattia autoimmune del tessuto connettivo, che coinvolge il sistema vascolare e gli organi interni, caratterizzata da ispessimento cutaneo, presente in zone più o meno ampie del corpo, causato dall’accumulo di tessuto connettivo fibroso. È possibile anche il coinvolgimento di organi interni. Si distinguono, due forme di sclerodermia: una localizzata, che riguarda solo la pelle e una sistemica (sclerosi sistemica), che può colpire gli organi interni e influenzare la circolazione del sangue.

«Nelle Marche si stima che siano circa mille persone i malati di sclerodermia – dice il direttore della Clinica Medica di Torrette – Sclerodermia Unit, Gianluca Moroncini – anche se si pensa che sia largamente sotto diagnosticata in quanto solo parzialmente conosciuta, quindi si stima che possano essere molti di più di quelli che pensiamo».

Gianluca Moroncini, direttore della Clinica Medica – Sclerodermia Unit a Torrette

Presso l’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche nella giornata di oggi si svolgono screening, capillaroscopie, consulenze e controlli gratuiti effettuati dai medici della Scleroderma Unit di Ancona. Si tratta di una patologia che interessa prevalentemente le donne e causa una patologia subdola ed a prognosi infausta. Si manifesta prevalentemente su mani, lingua e bocca, con tipico cambiamento di colore delle mani in sequenza cromatica. Fondamentale per la diagnosi della sclerodermia sono: un prelievo di sangue per valutare la presenza di autoanticorpi, criteri clinici e la video capillaroscopia (esame non invasivo che si effettua sulle unghia delle dita delle mani).

Il direttore del reparto spiega che l reparto è dotato di un video capillaroscopio donato dal Gruppo Italiano Lotta alla Sclerodermia, uno strumento «molto importante perché permette di studiare tutte le persone affette dal Fenomeno di Raynaud (sbiancamento o pallore delle mani, o man che diventano violacee, ndr): un fenomeno micro vascolare – circolatorio, in cui i piccoli capillari delle dita delle mani tendono a costringersi, a spasmizzare più del dovuto, in risposta a stimoli come il freddo».

Il primario spiega che il Fenomeno di Raynaud è piuttosto comune e riguarda fino al 5-10% di tutte le donne in età fertile, per questo Moroncini pensa a campagne educazionali e informative già nelle scuole superiori per insegnare alle donne e ai pochi maschi che ne sono colpiti cos’è il fenomeno e cosa bisogna fare.

Grazie alla video capillaroscopia i medici sono in grado di capire se le alterazioni sono legate a stimoli funzionali o piuttosto alla malattia, di cui rappresentano il primo segno. Come ci si accorge delle malattia e come si previene?
Moroncini spiega che «prevenire questa malattia allo stato attuale delle nostre conoscenze è di fatto impossibile, ma sarebbe già molto importante diagnosticarla precocemente: se riusciamo ad intercettare precocemente quei Fenomeni di Raynaud possiamo instaurare un follow up adeguato, usare farmaci, non tantissimi, ma quelli che abbiamo a disposizione possono anche rallentare o bloccare il decorso della malattia, per evitare forme ingravescenti in cui tutta la pelle del corpo diventa più dura» con il rischio che possano «indurirsi e ispessirsi anche gli organi interni, come i polmoni e il tessuto di conduzione cardiaca e il tratto gastrointestinale».

A Torrette sono in corso di sperimentazione anche nuovi farmaci per la malattia. «Tentiamo di migliorare continuamente le cure, ci sono alcune forme – spiega il primario – che rispondono anche molto bene e riusciamo ad arrestarle, ma ci sono anche alcune forme che ancora sfuggono al controllo delle terapie ed è per questo che servono ulteriori sforzi da parte della comunità scientifica e risorse economiche da investire in ricerca».