ANCONA – «Cresce la povertà nelle Marche, come difficoltà economica delle famiglie e possibilità di fruire di beni e servizi, con dati superiori alla media nazionale, un fatto che si ripercuote sui dritti dei bambini allo sviluppo e al benessere». È la fotografia scattata dalla presidente regionale Unicef Mirella Mazzarini nella Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La data ricorda il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989.
La data ricorda il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò nel 1989 la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (oltre 190 paesi nel mondo hanno ratificato la Convenzione). «Povertà materiale e educativa si intrecciano – osserva – e rappresentano condizioni che richiedono azoni urgenti da parte delle istituzioni».
Le minori possibilità economiche delle famiglie a causa della crisi generata dalla pandemia e dal caro vita, si traducono per infanzia e adolescenza in minori possibilità di accesso al mondo della cultura come ad esempio a mostre e musei, ma non alla lettura: «L’abitudine alla lettura nei minori marchigiani è superiore rispetto alla media nazionale – precisa -, una nota positiva».
Nelle Marche «la popolazione 0-18 anni rappresenta circa il 14,9% del totale, un dato in diminuzione a fronte di una speranza di vita che si attesta attorno a 82-83 anni, superiore alla media nazionale». Quest’anno l’Unicef dedica la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza al tema della salute mentale e del benessere psicosociale dei bambini e adolescenti.
«Anche nelle Marche, come nel resto del paese, crescono le situazioni di dipendenza e sucidi fra gli adolescenti» spiega, evidenziando che «un adolescente su sette, tra 10 e 19 anni soffre di problemi legati alla salute mentale in Europa. Occorre mettere in campo interventi che possano accompagnare il lavoro delle famiglie, delle comunità e delle scuole».
La presidente Unicef spiega che in alcune aree della regione emerge una difficoltà per il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza «di avere misure alternative a quelle familiari nella comunità».
«I servizi dedicati al mondo dell’infanzia, come ad esempio gli asili nido, non sono distribuiti in maniera omogenea sul territorio – spiega – : se in alcune aree sono maggiormente presenti, in altre zone, specie nell’entroterra sono più carenti».