Ancona-Osimo

Giovane ferito da colpo di pistola ad Ancona. Il legale del poliziotto: «È provato dall’accaduto»

Il poliziotto è in stato di fermo in Questura ad Ancona. Gli inquirenti hanno eseguito una perquisizione domiciliare a casa del 40enne, nel corso della quale hanno prelevato dall'abitazione gli indumenti indossati dall'uomo domenica mattina

Il luogo del ferimento

ANCONA – «Il mio assistito è provato da quanto accaduto». Così l’avvocato Marco Chiarugi, legale difensore del poliziotto 40enne che lavora a Civitanova Marche e che da ieri è in stato di fermo in Questura ad Ancona, perché avrebbe sparato il colpo di pistola che attorno alle 4 di ieri mattina – domenica 22 gennaio – ha ferito un 21enne., al culmine di un diverbio tra i due.

Da una prima ricostruzione sembra che sarebbero partiti due colpi di pistola, uno esploso in aria e un altro che ha colpito alla gamba il giovane in via Flavia ad Ancona, lungo la strada che si trova nei pressi di un centro di aggregazione giovanile comunale.

«Aspettiamo di conoscere i reati contestati dalla procura – prosegue il legale – per poi spiegare come sono andati i fatti». Sulla vicenda indaga la polizia di Ancona. Gli inquirenti hanno eseguito una perquisizione domiciliare a casa del 40enne, nel corso della quale hanno prelevato dall’abitazione gli indumenti indossati dall’uomo domenica mattina.

Al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette il poliziotto ha ricevuto una prognosi di 30 giorni per le lesioni riportate al volto in seguito al diverbio che si sarebbe acceso con il giovane per cause al momento non note e poi degenerato. I due, da una prima ricostruzione si conoscevano già e l’alterco sarebbe iniziato all’interno di un locale dove la security sarebbe intervenuta per separare i due, per poi proseguire in strada, in via Flavia, nel quartiere Q2.

La dinamica dei fatti non è chiara ed è al vaglio della magistratura, ma intanto il poliziotto ha riportato al volto alcune lesioni, fra le quali escoriazioni, un occhio nero e un bernoccolo in testa. Da quanto si apprende nella giornata di ieri il giovane 21enne, rimasto ferito alla gamba, è stato sottoposto ad intervento chirurgico all’ospedale regionale di Torrette.

Ieri mattina al pronto soccorso si erano registrati momenti di tensione fra gli amici del 21enne ferito e quelli del poliziotto. Sulla vicenda c’è stata la presa di posizione del Siulp il sindacato dei lavoratori di polizia che attraverso una nota congiunta fra i due coordinatori provinciali di Ancona, Alessandro Bufarini e di Macerata Damiano Cioppettini fa sapere che «l’utilizzo dell’arma in dotazione da parte delle forze dell’ordine deve rappresentare un’azione estrema, ben valutata e ponderata e adeguata alle situazioni che si devono affrontare e quella verificatasi» nello specifico, «non sembrerebbe rientrare tra di esse».

«I colleghi sono settimanalmente addestrati e aggiornati da istruttori capaci e competenti sull’utilizzo dell’arma in dotazione – dicono nella nota congiunta -. La Polizia di Stato è un’Istituzione sana e seria – sottolineano – e sarà capace di analizzare al meglio il fatto occorso, al fine di prendere gli opportuni provvedimenti».

«Spiace leggere i commenti fatti da alcuni cittadini su Facebook che possano destare ombre sull’operato della Polizia di Stato» affermano Bufarini e Cioppettini, esprimendo «vicinanza al ragazzo ferito e vivo apprezzamento per la professionalità dimostrata dai colleghi della Squadra Mobile, della Digos, della Scientifica e della Squadra Volante di Ancona, intervenuti questa notte».

«In qualità di Sindacato dei lavoratori – aggiungono – ci sentiamo in dovere di difendere la professionalità di tutte le donne e gli uomini in divisa che operano giornalmente per garantire i diritti dei cittadini e che rischiano spesso la loro stessa vita per assicurarli. Vanno, perciò, evitate generalizzazioni e strumentalizzazioni che non corrispondono alla realtà e che potrebbero minarne l’immagine; sarebbe ingiusto e scorretto, da parte di chiunque, gettare ombre sul loro operato per un singolo fatto accaduto ad un singolo collega».

Bufarini e Cioppettini concludono affermando che il dirigente del commissariato di Civitanova Marche «ha il dovere di chiarire se tutto ciò poteva essere evitato e se potevano essere presi prima dei provvedimenti».