ANCONA – Ci saranno «degli apporti ulteriori» con «la nomina del sottosegretario che era prevista da sei mesi: la giunta è forte e c’è anche un forte spirito di gruppo» la «verifica finisce qui». Così il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli parlando con i giornalisti del rimpasto della giunta regionale avanzato dalla Lega, a margine dei lavori dell’Aula del Consiglio regionale. L’orientamento della giunta è quello di attribuire alla figura del sottosegretario, introdotta alcuni mesi fa, deleghe relative all’ambito sanitario.
«La sanità – ha spiegato Ciccioli – è circa il 75-l’80% del bilancio regionale» è «la funzione più importante della Regione, che la gestione della sanità sia rafforzata è un dato positivo, ovviamente quattro occhi sono più di due e se ci sono ulteriore collaborazione e ulteriori apporti tecnici meglio ancora». Tra le ipotesi quella di un medico quale tecnico a cui affidare il ruolo di sottosegretario.
Rispondendo alla domanda dei giornalisti che gli chiedevano come uscisse la maggioranza dalle fibrillazioni che hanno caratterizzato le ultime due settimane proprio sulla questione rimpasto, Ciccioli ha affermato che «la maggioranza si è consolidata» e «la giunta ne esce più solida. Ovviamente alcuni ritocchi nelle politiche della giunta ci saranno ma questo avviene sempre».
Sulla questione è intervenuto anche il capogruppo della Lega Renzo Marinelli che, parlando con i giornalisti, ha spiegato «è stata fatta una valutazione per vedere da qui alla fine del mandato quello che c’era da fare e se avevamo le persone adatte, alla fine si è concordato, tra le segreterie nazionali e quelle provinciali e, soprattutto, anche con i componenti del gruppo, che proseguiremo con questa squadra che riteniamo sia la più appropriata possibile».
«Si è lavorato bene – ha detto Marinelli – ma si può sempre andare meglio, quindi un cambio di marcia dovremmo farlo sulla sanità, che è il settore più strategico e importante, di cui tutti abbiamo bisogno – ha aggiunto il capogruppo del Carroccio -: su questo cercheremo di lavorare per dare un impulso e migliorare questa attività, per creare la possibilità di ridurre le liste di attesa e per essere più vicini ai cittadini, quello che ci preme più di tutto». «Come esce la segreteria delle Marche da un’operazione di questo tipo? Ne esce avendo fatto una valutazione sulle prospettive e le persone – ha spiegato -, alla fine si è fatta una valutazione che forse è la soluzione migliore».
E il tema del rimpasto della giunta regionale ha tenuto banco anche tra i banchi del Consiglio regionale con il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi che in un passaggio del suo intervento ha parlato di «divisioni interne alla maggioranza, rimaste latenti e celate all’esterno». Un tema che il dem ha ripreso anche parlando con i giornalisti a margine dei lavori dell’Aula.
«Non è pensabile – ha detto Mangialardi – che dopo 15 giorni di crisi del governo regionale, l’Assemblea legislativa delle Marche apprenda dalla stampa che il presidente ha chiuso la porta a ogni sorta di rimpasto e deciso di andare avanti come se nulla fosse successo. È necessario che questa aula riacquisti dignità istituzionale e, per farlo, occorre che Acquaroli venga in consiglio a spiegare ciò che è accaduto. Il presidente deve dirci chiaramente se i suoi assessori sono ancora interlocutori autorevoli e credibili per i marchigiani».
«La crisi aperta dalla Lega» ha aggiunto il capogruppo «è la dimostrazione plastica» del «fallimento delle politiche portate avanti in questi tre anni dal governo Acquaroli. Un fallimento che, in particolare, ha riguardato la sanità. Non a caso la Latini, chiedendo la testa dell’assessore Saltamartini e dando indirettamente ragione alle critiche mosse dal gruppo assembleare del Partito Democratico, ha bocciato sia la riorganizzazione del sistema sanitario approvata un anno fa, sia il Piano Socio Sanitario Regionale approvato lo scorso agosto. E non è casuale neppure che la presunta ricomposizione della crisi passi da una possibile nomina di un sottosegretario tecnico esperto di sanità che, di fatto, rappresenterebbe il commissariamento dello stesso Saltamartini».
«Vogliamo capire – ha concluso Mangialardi – quali saranno gli effetti sull’andamento dei lavori del consiglio regionale e delle commissioni, sulla tempistica dei progetti, sulla capacità di affrontare le tante questioni urgenti, dopo che con le dichiarazioni di ieri il presidente Acquaroli ha praticamente mortificato ogni richiesta della Latini e umiliato la Lega, che rappresenta pur sempre il primo gruppo per numero di consiglieri regionali».