ANCONA – Si sono ritrovati oggi pomeriggio 21 ottobre a piazza Cavour per sfilare chiedendo giustizia per Klajdi Bitri, il ventitreenne albanese barbaramente ucciso a Sirolo un paio di mesi fa con un colpo di fiocina. Prima gli abbracci, soprattutto indirizzati al fratello diciottenne della vittima, Xhuliano, poi le magliette bianche con la foto di Klajdi distribuite e indossate dagli amici della vittima per sfilare lungo viale della Vittoria fino al Passetto. Il corteo si sarebbe dovuto indirizzare verso il porto, dove Klajdi lavorava come dipendente dei cantieri navali, ma non ha avuto la necessaria autorizzazione e dunque, poco dopo le ore 16, è partito nella direzione opposta, verso il Passetto, insieme ai consiglieri regionali Lindita Elezi e Carlo Ciccioli e all’assessore comunale Marco Battino. Poco più di una quarantina i partecipanti, con la bandiera albanese e con gli striscioni con le scritte «Giustizia per Klajdi», «Un eroe straniero, la famiglia chiede giustizia» e anche «La giustizia è come un treno, quasi sempre in ritardo» per far sentire la voce della comunità albanese, ma anche degli italiani a sostegno della famiglia Bitri.
«E’ importante la nostra presenza per chiedere giustizia a nome della famiglia, del fratello e della nostra comunità – ha spiegato la consigliera Lindita Elezi – ma anche a nome degli italiani, perché questo è stato un evento che ci ha toccato tutti nel cuore. Qui c’è un esempio dell’integrazione, un ragazzo che lavorava, che rappresentava la categoria degli immigrati per bene che si integrano in maniera civile. Dall’altra parte l’assassino che è l’opposto, l’esempio della cattiva integrazione, immigrati che quando non riescono a integrarsi poi finiscono per fare queste cose, fino a uccidere ragazzi innocenti. Klajdi ha difeso un padre di famiglia, per questo la comunità intera chiede giustizia, un ragazzo non può morire così».
«Siamo qui per richiamare l’attenzione su quanto accaduto e per chiedere la giustizia che Klajdi merita – ha aggiunto Danilo Battistoni, il ragazzo amico di Klajdi per cui quest’ultimo ha perso la vita –. Ma anche per dimostrare vicinanza a suo fratello Xhuliano e alla famiglia. Klajdi ha dato la vita per salvarci, non voglio esagerare ma è stato un eroe. Un eroe di un altro Paese, penso che se fosse stato italiano già si sarebbero mossi diversamente. Ma oltre a parlare di quello che ha fatto voglio ricordare chi era, una persona stupenda con un cuore d’oro ed è quello che lo ha portato a fare quello che ha fatto». «Crediamo che sia doveroso stare al fianco di queste persone dopo l’atroce fatto di due mesi fa che ha sconvolto tutta la comunità – ha concluso Marco Battino –. Come amministrazione comunale ci teniamo a essere presenti e a sottolineare la nostra solidarietà».