Ancona-Osimo

«Giustizia allo sfascio», sit-in dei lavoratori davanti al Tribunale di Ancona

Lavoratrici e lavoratori del Ministero della Giustizia, si sono dati appuntamento in Largo Vittorio Bachelet. Il sit-in è promosso dai sindacati di categoria, Fp Cgil, Fp Cisl e Uilpa

Il sit-in dei davanti al Tribunale di Ancona

ANCONA – «Giustizia allo sfascio». È lo slogan della protesta delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero della Giustizia, che si sono dati appuntamento in Largo Vittorio Bachelet, nei pressi del Tribunale di Ancona. Il sit-in promosso dai sindacati di categoria, Fp Cgil, Fp Cisl e Uilpa, pone diversi temi sul tavolo: dalla carenza di personale al contratto nazionale.

«Il ministero da quando si è insediato il nuovo governo non ha mai avuto un confronto con le organizzazioni sindacali – lamenta Matteo Pintucci, segretario regionale Fp Cgil – Chiediamo per i dipendenti della Giustizia il salario accessorio, fermo da tre anni e l’applicazione del nuovo contratto nazionale, ancora disapplicato». Poi la questione della carenza del personale amministrativo, più volte anche dall’Ordine degli Avvocati, che Pintucci definisce «cronica».

La protesta, su scala nazionale, avviene in contemporanea anche a Roma, per «dare un segnale al governo ma anche ai cittadini». «Ci sono molti nodi irrisolti – aggiunge Pintucci – dal contratto integrativo all’applicazione dei nuovi istituti a partire dalla riqualificazione del personale. Nonostante la questione sia nazionale, abbiamo voluto organizzare iniziative territoriali per sensibilizzare anche avvocati e magistrati che possono fare da sponda alle questioni sul tavolo».

Un momento del sit-in davanti al Tribunale di Ancona

Bruno Breda, coordinatore regionale Giustizia Cisl Marche, punta il dito contro «l’immobilismo del ministero, dei nuovi vertici, che non stanno applicando gli accordi stretti con la precedente amministrazione. Chiediamo lo sblocco delle progressioni economiche concordate nel luglio 2022 – spiega – l’ampliamento degli organici dei Dipartimenti Dog, Dap e Dgmc, perché nonostante le recenti assunzioni, il nuovo personale non riesce a compensare i pensionamenti e la carenza». Dal governo è arrivato un segnale, perché i sindacati a livello nazionale sono stati convocati per un incontro il 22 marzo, ma «è da vedere se accoglieranno tutte le nostre richieste» conclude Breda.

Priscilla Lattarulo, segretaria regionale Uilpa sottolinea il «blocco del turnover dei dipendenti» e il fatto che il personale rimasto «deve sopperire al lavoro del personale andato in pensione, per questo chiediamo l’ampliamento dell’organico. lo scorrimento delle graduatorie e la stabilizzazione del personale precario: in Italia sono più di 1.200 i lavoratori della giustizia che non hanno garanzie per il futuro».

Inoltre, la sindacalista evidenzia anche «la digitalizzazione dei servizi prevista dal Pnrr, ma mai partita, che alleggerirebbe il lavoro dei dipendenti e fornirebbe servizi più efficienti al ministero».

Il sit-in