ANCONA – «La caduta del Governo è un rischio che è stato paventato più volte dal 2018, quando siamo stati eletti». Il senatore e facilitatore del Movimento 5 Stelle, originario di San Benedetto del Tronto, Giorgio Fede, è sicuro della tenuta del Governo, nonostante per molti il banco di prova per il Conte-Bis sarà mercoledì 9 dicembre, quando in Senato si voterà la riforma del Mes. Il meccanismo europeo di stabilità, il cui obiettivo è quello di aiutare i paesi dell’eurozona a fronteggiare le crisi economiche potrebbe dare uno scossone visto che il Movimento è da sempre contrario a ricorrervi, mentre il Pd lo caldeggia e i renziani di Italia Viva no. Il rischio, secondo molti osservatori politici, è quello di una spaccatura che porti alla caduta del Governo.
Intanto una risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes è stata depositata al Senato e il documento ha le firme dei capigruppo del Pd, del Movimento 5 stelle e di Leu, mentre manca proprio quella del capogruppo di Italia viva, Davide Faraone. Il testo del documento sarà messo ai voti dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo.
In base alla riforma che approderà in Parlamento, sono due i cambiamenti sostanziali: un Fondo di risoluzione unico per aiutare le banche europee più in difficoltà e l’obbligo per un paese che chiede aiuto al Mes di emettere titoli di stato che consentiranno ai creditori di ristrutturare il debito (ridurlo). Il Mes è da mesi al centro del dibattito politico che vede da un lato i dem favorevoli, mentre la Lega, Fratelli d’Italia e il Movimento 5 Stelle ritengono che questo strumento alla fine finirà per imporre riforme drastiche, insomma una intrusione dei paesi europei nelle dinamiche nazionali. Più defilata e moderata la posizione di Forza Italia, che si era espressa favorevolmente ma che ora sembra ritrattare, nonostante l’Udc cerchi di prenderla per la giacchetta.
«Ci sono molti interessi da parte dell’opposizione di gestire la marea di risorse europee in arrivo, uno squallido attacco che stanno compiendo alcune forze politiche» spiega il senatore Giorgio Fede. Il facilitatore ribadisce «al momento stiamo lavorando per vedere quegli aspetti che possono tutelare gli interessi nazionali, ma sono convinto che mercoledì ne usciremo bene».
Nel ribadire che il Movimento è sempre stato contrario al Mes, spiega «vedremo i dettagli della proposta: dobbiamo lavorare per far si che questo strumento sia il più utile possibile, ma non può decidere solo l’Italia, ci dobbiamo rapportare con altri 19 Paesi. Ci troviamo nella fase più delicata dell’ultimo secolo – conclude -: il covid ha provocato la morte di oltre 60mila persone, è necessario lasciare da parte gli interessi di bottega e far prevalere quelli del Paese».