Ancona-Osimo

Green pass, Acquaroli: «La situazione poteva essere gestita in maniera diversa»

Il governatore ha commentato l'introduzione dell'obbligo a partire dal 6 agosto per bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine, centri termali, spettacoli, eventi, fiere, congressi. Il presidente rimarca le disdette giunte agli operatori

Francesco Acquaroli all'iniziativa Come In - La porta del digitale
Il governatore Francesco Acquaroli

ANCONA – «Ritengo che la situazione poteva essere gestita in maniera diversa». Il governatore Francesco Acquaroli commenta così l’introduzione dell’obbligo del green pass a partire dal 6 agosto per bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine, centri termali, spettacoli, eventi, fiere, congressi.

Il presidente delle Marche è tornato a ribadire la sua posizione, espressa anche nei giorni scorsi, ovvero che la certificazione verde avrebbe dovuto essere limitata alle «grandi manifestazioni», insomma un provvedimento da mettere in campo «per le occasioni che non incidono nella quotidianità».

Il governatore a tal proposito fa un ragionamento, nel quale cita come esempio quello di una famiglia con figli in vacanza, dove i genitori sono stati vaccinati e i figli no, una situazione che implica per i familiari non vaccinati di doversi sottoporre a tampone ogni due giorni.

«Ci sono delle situazioni che creano un impatto, per questo ritengo che poteva essere gestita in maniera diversa» afferma il governatore. Inoltre Acquaroli fa notare che «in piena stagione estiva, in un momento in cui si leggeva un po’ di entusiasmo sull’attività turistica e di ristorazione, la filiera economica molto legata all’estate, abbiamo raccolto delle informazioni che ci preoccupano, perché le disdette arrivate in questi giorni, con questo clima di paura, sono disdette importanti».

Il presidente invita nuovamente a guardare i dati con oggettività, e rileva che nelle Marche sono 17 le persone ricoverate, 3 delle quali in terapia intensiva. Acquaroli nel confermare che è in atto una recrudescenza del virus e che la variante Delta si sta diffondendo, «segnali che ci inducono all’attenzione nelle Marche, come in Italia», afferma la necessità di «dare anche un segnale di fiducia, altrimenti rischiamo di compromettere la stagione più importante».

«Non ci dimentichiamo che veniamo da 6 mesi di chiusura importante, e questo è il secondo anno (di pandemia, ndr), quindi alcune scelte potevano essere più oggettive e meno ideologiche» conclude, precisando che «questo non significa che vogliamo dare un messaggio negativo».