ANCONA – No al green pass. È il coro di protesta che si è levato oggi 24 luglio ad Ancona, dove si è tenuta, in concomitanza con altre 80 piazze italiane, la manifestazione spontanea che ha preso forma tramite il tam tam su Facebook e Telegram, dopo l’annuncio dell’introduzione dell’obbligatorietà della carta verde per alcune attività. Oltre al capoluogo, manifestazioni anche a Pesaro e San Benedetto del Tronto.
Il green pass sarà obbligatorio dal 6 agosto per consumare al tavolo al chiuso in bar e ristoranti, per accedere a spettacoli, eventi e competizioni sportive, musei, istituti e luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali e ricreativi, sale da gioco e casinò, concorsi pubblici.
Un obbligo che ha spinto molti no-vax a scendere in piazza per manifestare il loro dissenso. “No Green pass day”, “World Wide Demonstration”, sono alcuni degli slogan delle manifestazioni che si sono svolte nelle principali città del Paese per opporsi all’ultimo decreto del governo Draghi.
E anche ad Ancona, in tantissimi si sono ritrovati a Piazza Cavour dove il corteo si è mosso lungo Corso Garibaldi in direzione del Teatro le Muse, per poi risalire verso Piazza del Plebiscito e procedere fino al Palazzo Municipale. Gli attivisti hanno puntato il dito contro “il passaporto schiavitù”, contro “l’obbligo vaccinale”, la “truffa Covid” e “la dittatura”.
Tra i manifestanti però non c’erano solo no-vax, ma anche persone free-vax, ovvero contrarie all’obbligatorietà imposta e a favore della libertà di scelta. «Non sono concettualmente contrario al vaccino, ma non sono d’accordo sul fatto che un popolo intero debba essere obbligato a fare la cavia a dei sieri sperimentali» afferma Federico Oste, uno dei partecipanti al corteo.
Secondo il manifestante «non è giusto né accettabile, tentare di obbligare le persone a vaccinarsi» alla stessa maniera «non è assolutamente accettabile neanche sul posto di lavoro». Oste aggiunge che con l’arrivo di 5 nuove cure, si sarebbe potuta lasciare «la liberta di scelta. Non capisco questa accelerazione sul green pass».