ANCONA – «Il Green pass? È una forzatura» Così Paola Martano, segretaria regionale dello Snals-Confasal. L’obbligo della certificazione verde dal primo settembre per docenti, personale Ata e studenti universitari, non piace al sindacato nazionale autonomo dei lavoratori della scuola, che vede fra le sue maglie un provvedimento calato dall’alto e di natura eccessivamente intransigente.
Un provvedimento del genere «non porta a nulla» afferma senza mezzi termini la sindacalista, nel sottolineare che «se ci deve essere un obbligo vaccinale per tutelare la comunità, questo non può essere solo per alcune categorie di lavoratori, perché se è necessario vaccinare tutti, il Governo deve avere il coraggio di prendere questa decisione e non costringere le persone a vaccinarsi attraverso vie che “fanno entrate dalla finestra” quello che non hanno il coraggio di “far entrare dalla porta”».
Martano puntualizza di essere tra i primi docenti vaccinati nelle Marche, con la somministrazione del siero anglo-svedese AstraZeneca, e che il 91% degli insegnanti marchigiani si è vaccinato. Ad essere rimasti ancora fuori dall’immunizzazione contro il Covid-19, sono «1.000 docenti che andranno a lavorare in una comunità scolastica di oltre 200mila ragazzi, molti dei quali non saranno vaccinati, ma sicuramente gli insegnanti non vaccinati non si rifiuteranno di entrare in aula perché i ragazzi non sono immunizzati contro il virus».
«Basta farci passare per gli untori perché non lo siamo, ma anzi siamo una classe di lavoratori che ha risposto immediatamente e con grande senso civico alla chiamata alla vaccinazione» prosegue «impensabile costringere le persone tagliando lo stipendio a vaccinarsi».
Secondo la sindacalista sarebbe «più efficace una campagna di comunicazione che vada a persuadere e convincere indecisi e titubanti», piuttosto che prendere di mira solo determinate categorie di lavoratori. Per Martano, se obbligo vaccinale deve essere che sia per tutti i lavoratori che operano a contatto con il pubblico, «vale solo per noi»: «Se chi non si vaccina fa emergere nuove varianti, allora è necessario che lo Stato prenda una decisione» afferma.
Ma per la sindacalista occorre intervenire sulle numerose questioni ancora aperte sul fronte scolastico, come le classi eccessivamente numerose, con 31 alunni, sulla mancanza di areazione nelle aule, di personale, di norme certe sulla sicurezza. Inoltre punta il dito sulla responsabilità di sospendere i non vaccinati «scaricata sui dirigenti scolastici».
«Sono a favore della vaccinazione – conclude -, ma non dell’obbligo che arriva indiretto perché lo Stato non ha il coraggio di prendere una decisione per tutta la collettività».