ANCONA – La questione delle grotte di Pietralacroce, in zona Scalaccia, e le varie problematiche cui stanno andando incontro i cittadini proprietari o possessori delle grotte stesse, raggiunti da una comunicazione di inchiesta da parte della Guardia di Finanza per presunto reato di abusivismo edilizio e di occupazione abusiva di demanio marittimo, nonché per il mancato pagamento di Imu e Tari, è stato trattato anche stamattina (27 febbraio) in consiglio comunale.
L’interrogazione è nata da un’iniziativa del consigliere Daniele Berardinelli e alla questione CentroPagina ha già dedicato due articoli, il primo raccontando il fatto e il secondo con le dichiarazioni dell’avvocato Marco Pacchiarotti che difende l’associazione Grotte La Ginestra del Conero, di cui molti soci sono coinvolti nell’indagine.
Stamattina sulla vicenda è intervenuta in consiglio comunale con diverse spiegazioni la sindaca Valeria Mancinelli: «La vicenda nasce da un’indagine Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto disposta dal governo centrale per l’uso di aree demaniali, questo in tutta Italia. Le azioni fatte in qualità di polizia giudiziaria sono azioni sulle quali non dobbiamo fare nulla – ha chiarito la sindaca –. Cosa diversa è ipotizzare interventi che dovranno riguardare non solo l’amministrazione ma anche la soprintendenza e il Parco del Conero per avviare procedimenti amministrativi che possano portare alla regolarizzazione di quanto regolarizzabile e all’autorizzazione di nuove concessioni demaniali. Su questo percorso, al netto di eventuali procedimenti di carattere penale, per quanto riguarda dunque la parte amministrativa, ci siamo già attivati, non soltanto incontrando l’associazione dei grottaroli ma incontrando anche l’agenzia del demanio, la soprintendenza e il Parco per capire quale sia la strada percorribile».
Il problema dunque è estremamente articolato e serio, sotto diversi punti di vista, ma affrontabile, come ribadisce la sindaca Mancinelli: «A fronte di un parere positivo da parte del Parco e della soprintendenza sicuramente il percorso è complicato ma fattibile. La cosa più delicata non sta nelle nostre mani ed è l’aspetto economico, perché lì l’indennizzo relativo a un’occupazione senza titolo può essere anche abbastanza significativo, per disposizioni statali che stabiliscono un minimo a prescindere dai metri quadri occupati. Ci stiamo attivando per provare a intervenire anche su questo. A oggi abbiamo riscontrato un’ipotesi di nulla osta positivo da parte della soprintendenza, per le parti regolarizzabili, ed è già un primo segnale, attendiamo il benestare del Parco e poi potremo passare alla fase successiva».
La replica del consigliere Daniele Berardinelli ha riguardato anche altri aspetti: «Essere iscritti tra gli indagati è più traumatico di pagare una multa. Sull’aspetto penale, anche in base a quelle che sono le risultanze degli incontri, la responsabilità sembra che sia dovuta alla mancanza del Piano spiagge che possa aver definito con i grottaroli il destino di quella parte demaniale e non riguarda solo le grotte della Scalaccia ma anche altre, come quelle del Cardeto. Poi c’è un altro aspetto: che le grotte c’erano lo sapevano tutti. Perché non sono state fatte le richieste di Imu e Tari? È evidente che c’è una responsabilità». Perché sono abusive? Il termine l’ha utilizzato il sindaco Mancinelli ribattendo alla replica di Berardinelli, che conclude: «Una parola grossa, sindaco».