Ancona-Osimo

Ancona, grotte della Scalaccia: «Fissate le prime udienze per il dibattimento»

Marco Pacchiarotti, l'avvocato dell'associazione Grotte La Ginestra del Conero spiega a che punto è la vicenda giudiziaria che interessa numerosi anconetani

Grotte al Passetto, simili a quelle sotto a Pietralacroce

ANCONA – Il tratto di grotte sotto a Pietralacroce, accessibili dallo stradello della Scalaccia che parte vicino al cimitero del quartiere a sud-est di Ancona, ha dato vita nei mesi scorsi a una vicenda che ha interessato e interessa tuttora numerosi cittadini, proprietari e utilizzatori delle grotte stesse. Della questione CentroPagina s’è interessata con alcuni articoli, tra cui uno in cui l’avvocato Marco Pacchiarotti, che difende tutti i grottaroli riuniti sotto l’associazione Grotte La Ginestra Del Conero, spiegava i dettagli della questione. La vicenda nasce da un accertamento effettuato dalla Guardia di Finanza insieme alla Capitaneria di Porto sulle aree del demanio marittimo, accertamento da cui sono nate alcune contestazioni nei confronti degli utilizzatori delle grotte. Tra cui la più grave, che va ben oltre la sanzione amministrativa, sarebbe quella relativa alla presunta occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo, che ha rilevanza penale. Di qui il ricorso a un legale di fiducia che è stato scelto dall’associazione stessa.

«Per quattro posizioni è stata fatta opposizione al decreto penale e sono state fissate le prime udienze dibattimentali – spiega l’avvocato Pacchiarotti –, mentre per altre posizioni ancora non c’è nulla di rilevante perché sono in fase di istruttoria». Questo lo stato delle cose, al momento, ma la questione sarebbe molto intricata dal punto di vista legale e amministrativo: esisterebbero, infatti, numerose richieste di condono per abuso edilizio avanzate al Comune di Ancona, richieste che giacciono in qualche cassetto da anni, ma la vicenda penale non avrebbe nulla a che fare con il presunto abusivismo, quanto piuttosto deriverebbe dall’utilizzo del demanio marittimo per le piattaforme e gli scivoli a mare, gli stessi che utilizzano anche le altre grotte anconetane, quelle che vanno dal Cardeto fino al Passetto e sotto alla piscina. Una difformità di trattamento che andrà trattata nelle sedi opportune e che potrebbe essere oggetto di valutazioni anche da parte della magistratura.

«Ci sono molte questioni e obiezioni da fare sulla contestazione – illustra ancora Pacchiarotti –, soprattutto tenendo conto che sono state fatte concessioni dagli enti preposti, soprattutto dalla Capitaneria, una vicenda articolata che richiederà una soluzione concordata tra i vari enti, mentre la parte penale affronta il caso specifico. Si parla di strutture e piattaforme che sono lì da decenni e che ormai sono parte integrante del territorio». L’avvocato difensore dell’associazione poi conclude: «Nessuna contestazione sulle grotte, la contestazione è solo penale e riguarda l’occupazione del demanio marittimo». C’è ancora da fare, insomma, e la speranza di tanti cittadini «grottaroli» è quella di raggiungere il prima possibile un accordo che permetta a tutti di dormire sonni tranquilli. Sono una quarantina le grotte interessate dalla vicenda, dunque un numero notevole anche se inferiore al resto. Le grotte delle altre parti di costa anconetana sono 104 nella zona Cardeto-Grotta Azzurra, 120 al Passetto tra Seggiola del Papa e ascensore, e 105 sotto la piscina. Circa 370 in tutto: un patrimonio storico del capoluogo dorico, pittoresco quanto suggestivo, che trae le sue origini da metà Ottocento e che meriterebbe una regolamentazione definitiva per evitare brutte sorprese ai tanti abituali utilizzatori.