ANCONA – Innalzata la vigilanza sugli obiettivi sensibili israeliani in Italia dopo l’attacco di Hamas a Israele partito dalla Striscia di Gaza. Tutto è iniziato alle prime luci dell’alba di sabato 7 ottobre, giorno in cui si chiudono le festività ebraiche di Sukkot. Le sirene di allarme bombe sono tornate a suonare nel centro e nel sud di Israele, tra Tel Aviv e Gerusalemme, dove le persone sono corse nei rifugi.
Un attacco senza precedenti perché questa volta è riuscito a penetrare nel territorio ebraico e nei kibbutz vicino alla Striscia di Gaza: i miliziani hanno preso in ostaggio civili e militari e uccidendone altri. Oggi Israele ha dichiarato lo stato di guerra e i media riferiscono che il Paese sta preparando una grande operazione via terra che potrebbe essere messa in campo entro 24 – 48 ore. Intanto si registrano ancora combattimenti nelle zone di frontiera e una pioggia di bombe su Gaza. L’Onu riferisce di 123mila sfollati nella Striscia di Gaza.
Cresce la preoccupazione internazionale. In Italia si temono ritorsioni alle comunità ebraiche presenti sul territorio nazionale. Sinagoghe, centri culturali, ambasciate e consolati ebraici in Italia sono stati messi sotto stretta osservazione. Nelle Marche gli obiettivi sensibili sono le sinagoghe di Ancona (in via Astagno), Senigallia, Urbino e Pesaro, ma anche i cimiteri ebraici presenti nel territorio regionale, come quello di Ancona nel Parco del Cardeto (chiamato ‘Parco degli Ebrei’) che è tra i cimiteri ebraici più grandi d’Europa con i suoi 178 cippi funerari.
Tra gli obiettivi sensibili nella provincia di Ancona figura anche il cimitero di Tavernelle dove è presente un cimitero ebraico, e poi il cimitero di Senigallia. Sotto la lente di osservazione ci sono anche gli uffici della Comunità ebraica nelle Marche, tra i quali quelli di Ancona in via Fanti. La vigilanza viene effettuata dalle forze dell’ordine.
Proprio nel capoluogo marchigiano la storia racconta di uno dei ghetti più grandi del centro Italia, dopo quello di Roma, ma in generale anche nel resto delle Marche la presenza ebraica è forte e radicata, così come la sua storia, tanto che nel 2021 è stato attivato con una apposita legge regionale un ‘itinerario Ebraico’ che mette in rete 25 comuni dove sono presenti testimonianze culturali del popolo ebraico.
I territori dove sono presenti le maggiori testimonianze sono quelli di Ancona, Castelleone di Suasa, Jesi, Osimo, Senigallia (in provincia di Ancona), nella provincia di Macerata oltre al capoluogo, Camerino, Corridonia, Macerata, Recanati, San Severino, Tolentino, nell’ascolano, Ascoli Piceno, Ripatransone, mentre nel fermano, oltre al capoluogo, anche Monterubbiano. In provincia di Pesaro Urbino, Apecchio, Barchi (Terre Roveresche), Fano, Mondavio, Mondolfo, Pergola, Pesaro, Sant’Angelo in Vado, Urbania, Urbino.
«Siamo molto preoccupati per quanto sta succedendo – dice il presidente della Comunità Ebraica nelle Marche, Marco Ascoli Marchetti – e per quello che potrebbe succedere: molti di noi hanno familiari e amici in Israele e questa volta l’attacco è più grave del solito perché ha assunto dimensioni molto più importanti».
Il timore della Comunità Ebraica nelle Marche è quello di «azioni inconsulte» verso il popolo ebraico anche in Europa. «Temiamo anche per noi che viviamo in Italia – dice – siamo preoccupati per il rischio che ‘teste calde’ possano mettere in atto delle nefandezze».