Ancona-Osimo

Hotel, B&B e spiagge: Riviera del Conero sottotono. Pesano rincari, inflazione e viaggi all’estero

Dagli hotel ai B&B passando per le spiagge, il calo di presenze si nota, eccetto che sulle tavole dei ristoranti dove però, oltre ai turisti, ci sono molti locali

La spiaggia di Sirolo

ANCONA – Luglio sottotono nella Riviera del Conero dove, per ora, c’è meno gente di quanto ci si potesse aspettare dopo due anni consecutivi di grande affluenza. Dagli hotel, ai B&B, passando per le spiagge, il calo si nota, eccetto che sulle tavole dei ristoranti dove però ci sono molte presenze locali. «Siamo tornati ai livelli del 2019 – dice Luca Paolillo, dell’associazione Bagnini della Riviera del Conero -: il meteo certamente non ci ha aiutato».

A pesare sul piatto della bilancia sono da un lato i rincari applicati da strutture alberghiere e stabilimenti balneari, dall’altro il fatto che dopo due anni di pandemia, con blocchi e paura di viaggiare oltre i confini nazionali, molti sono tornati a scegliere di trascorrere le vacanze all’estero o comunque in altre località italiane. Guardando al costo giornaliero di ombrellone e due lettini, da Sirolo e Marcelli, si oscilla tra i 40 euro giornalieri ai 20-25 euro, mentre per uno stagionale in uno degli stabilimenti più cari si può pagare anche 1.800-2mila euro, mentre la media si aggira attorno ai 1.100 euro.

I balneari si difendono e spiegano che nelle strutture con attrezzature nuove «è normale pagare di più – dice Paolillo -, basta pensare che di questi tempi, con i rincari, un ombrellone nuovo e due lettini costa 500 euro a uno stabilimento, un costo che se va bene, si ammortizza in un paio di anni».

Paolillo cita l’esempio della blasonata «Versilia, in Toscana: noi nel Conero cosa abbiamo in meno? Da Trieste al Gargano, Numana e Sirolo sono tra i posti più belli dell’Adriatico, con le nostre tariffe siamo ancora a buon mercato». Il calo, secondo Paolillo, dipende non solo dal fatto che molti sono tornati a viaggiare all’estero, ma anche «probabilmente da strategie sbagliate adottate da alcuni operatori, che hanno puntato sulla strategia di affittare più ombrelloni a giornalieri, invece che a stagionali (per guadagnare di più), ma con il meteo di giugno è stato penalizzato».

Di certo non aiutano anche i rincari nei ristoranti dove, oltre al rialzo, in alcune strutture si ‘gioca’ anche con le porzioni più ridotte, come non aiutano i costi aumentati nei negozi che vendono articoli da mare o negli alimentari. Rincari anche in pizzerie, gelaterie e bar, dove il cono piccolo arriva anche a 3 euro e un caffè anche a 1,30 euro. Basta sbirciare in spiaggia o farsi un giretto in queste località per vedere con i propri occhi che c’è meno gente dell’estate scorsa.

Il calo interessa anche le strutture alberghiere e i B&B. «C’è meno movimento rispetto agli ultimi due anni – osserva Anna Maria Ciccarelli, dell’associazione Albergatori del Conero – e questo dipende da fattori esterni, come inflazione e rincari, poi anche il meteo non ci ha aiutato. Dopo un giugno in cui è piovuto parecchio e ha fatto poco caldo, adesso il maltempo sta interessando il Nord Italia, da dove arriva in prevalenza il nostro turismo».

Secondo l’operatrice i turisti alle prese con caro vita e inflazione sono molto più attenti a spendere e cercano «vacanze più economiche, optando per soggiorni più brevi: la richiesta media – dice – è di quattro giorni e, chi non può andare all’estero, fa un assaggio di vacanza. Per tracciare un bilancio però è presto, bisogna aspettare a fine stagione, ma intanto vediamo che chi ha fatto iniziative promozionali a gennaio si è assicurato le prenotazioni».

Per il resto «il calo c’è stato» spiega Ciccarelli, complice anche il rialzo dei prezzi applicati dalle strutture ricettive per fronteggiare i rincari energetici ed alimentari, ma anche per la ripresa del turismo verso l’estero. Ma come gli italiani sono tornati a viaggiare oltre confine, anche gli stranieri sono tornati in maniera consistente nel Paese e anche nelle Marche, ma «l’incremento del turismo estero si sta orientando più sulle città d’arte che in pandemia avevano subito una maggiore contrazione». Il mese di agosto invece va meglio sul fronte delle prenotazioni dice Ciccarelli, «la platea solitamente è più ampia e si sente meno l’effetto inflazione».

Emiliano Pigliapoco, consigliere regionale Federalberghi fa notare che ad andare bene sono i campeggi, vacanza economica per eccellenza e le strutture alberghiere a pochi chilometri dalla Riviera del Conero, dove i prezzi sono più contenuti. «I turisti si guardano intorno e cercano strutture vicine al mare, dove possono raggiungere facilmente Sirolo e Numana, spendendo però di meno, come ad esempio Camerano o Castelfidardo. Nella Riviera del Conero alcune strutture hanno alzato un po’ troppo le tariffe, prese dall’entusiasmo degli ultimi due anni, e poi evidentemente è mancata un po’ la programmazione invernale di iniziative e progetti con tour operator. Inoltre- aggiunge – non possiamo prendere per il collo il cliente perché altrimenti questo finisce per orientarsi su altre località dove i prezzi sono più abbordabili».

«Molti italiani – conclude – hanno scelto come meta per le proprie vacanze l’estero perché in alcuni Paesi, come ad esempio l’Egitto, si spende meno che in Italia. Noi operatori italiani, purtroppo, siamo condizionati dai costi stratosferici del personale, dell’alimentare e dell’energia».