Ancona-Osimo

Ancona, Ida Simonella sul futuro dell’Inrca: «Serve un ospedale in città»

Dopo lo spostamento del geriatrico ad Ancona sud, i locali della Montagnola ospiteranno quelli che attualmente sono diversi progetti. Nei giorni scorsi un incontro sul tema promosso dalla candidata sindaca del centrosinistra

Un momento dell'incontro

ANCONA – Il futuro dell’attuale sede dell’Inrca, le sue prospettive dopo il trasferimento nei nuovi spazi di Ancona sud, è stato un tema discusso nei giorni scorsi dalla candidata sindaca della coalizione di centrosinistra, Ida Simonella, nella sala di Spazio Presente ad Ancona, un incontro promosso dalla stessa candidata sindaca che ha visto tra i relatori l’esperto in organizzazione sanitaria, Claudio Maria Maffei, già direttore sanitario dello stesso Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani, e Franco Pesaresi, direttore dell’Azienda pubblica servizi alla persona di Jesi e socio fondatore del network Non Autosufficienza.

«La programmazione sanitaria non dipende dal Comune, ma candidandomi alla guida di questa città ho la responsabilità di affrontare un tema sentito come quello dell’assistenza e della cura degli anziani – ha affermato Ida Simonella –. Un tema urgente che riguarda un quarto della nostra popolazione. Nel 2025 è prevista l’apertura del nuovo ospedale di Ancona sud che sarà anche ospedale di rete. È urgente intervenire perché si apre un problema di presidio ospedaliero in città e anche per evitare che gli immobili della Montagnola diventino una scatola vuota. Oggi è il momento per costruire un destino per questo spazio e su questo vogliamo un impegno preciso da parte di tutti gli attori della partita».

Sono cinque i progetti da sviluppare all’interno degli spazi della Montagnola, una volta che il presidio ospedaliero sarà trasferito, illustrati da Franco Pesaresi: servizi ambulatoriali, ospedale di comunità, centro diurno Alzheimer, alloggi assistiti ed altre attività legate all’Inrca anche nel suo ruolo di istituto di ricerca. «Non sono progetti alternativi, ma da realizzare tutti all’interno delle strutture esistenti – ha sottolineato Pesaresi –. Una proposta sostenibile perché effettivamente realizzabile in tempi brevi».