Ancona-Osimo

Rebus immunità di gregge. Acquaroli ai virologi: «Numeri e percentuali a ragion veduta o rischio disinformazione»

Il presidente della Regione Marche è intervenuto sulla necessità di non fare confusione rispetto ai dati sul covid. Sulla ripresa delle attività, «bisogna comprendere gli effetti reali»

Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche

ANCONA – L’immunità di gregge? Per il virus SarsCov2 per alcuni virologi è un obiettivo realistico, mentre per altri è pressoché una chimera. I pareri sono discordanti e gli esperti sono divisi sulla quota necessaria: per alcuni l’85% non è sufficiente a causa delle varianti del virus e sarebbe necessario raggiungere almeno il 95% di copertura della popolazione con il vaccino contro il Covid, mentre per altri la copertura ideale non può prescindere dal 100% di Italiani vaccinati.

Un tema sul quale è intervenuto anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, che sollecitato dai giornalisti sulla questione, a margine del Consiglio regionale, ha affermato: «Non mi esprimo, perché queste percentuali purtroppo variano continuamente. In questo momento è importante restare compatti, perché la lotta alla pandemia presuppone unità».

Secondo Acquaroli «quando si vanno ad annunciare percentuali e numeri, bisogna farlo a ragion veduta, perché altrimenti si rischia di creare instabilità e disinformazione difficile da rincorrere, anche per le Istituzioni». Parlando con i giornalisti delle riaperture e delle ultime decisioni del Cts (comitato tecnico scientifico) sulle capienze di cinema, stadi e teatri, con l’ok ad una quota tra il 75 e l’80%, ha sottolineato che si tratta di un periodo «delicato» nel quale «si apre una prospettiva che nelle scorse stagioni credevamo più difficile».

Acquaroli ha raccomandato prudenza alla popolazione «per tenere sotto controllo le ospedalizzazioni», ma ha anche evidenziato l’importanza di «andare verso una normalizzazione delle attività che possono essere ripristinate. L’auspicio di tutti è che si torni alla normalità al 100%».

Secondo il governatore occorre comprendere «gli effetti reali e scientifici» della ripresa delle attività, «perché se vediamo che non compromettono la capacità del virus di diffondersi e di avere un impatto sul sistema sanitario, a questo punto potremmo arrivare a riaperture al 100%, magari dopo una «fase graduale di 15-20 giorni in cui vedere gli effetti. È importante per il mondo della cultura e dello sport, riacquisire una fruibilità che è stata completamente preclusa».

Roberto Mancini riceve la laurea Honoris Causa

Infine il presidente delle Marche ha commentato la consegna della laurea honoris causa in Scienze Motorie al ct della nazionale di Calcio, Roberto Mancini, da parte dell’Università degli Studi di Urbino: «Ci ha insegnato tantissimo sul gioco di squadra, su come il giocatore è utile e fondamentale al risultato, non solo se guarda alla sua capacità e a se stesso, ma se riesce a guardare anche alla forza della squadra».

Acquaroli ha definito «bellissima» la lectio magistralis tenuta da Mancini su “Leadership, coesione, spirito di gruppo, clima relazionale”, una lezione che «mi piacerebbe riprendere e portare nella nostra regione, perché credo che quello che ci ha insegnato il ct è fondamentale».

«Mentre leggevano le motivazioni per le quali è stata data la laurea honoris causa a Mancini, ho sentito un numero impressionante di successi, prima in campo e poi in panchina» ha detto il presidente, sottolineando che nella carriera di Mancini a fare la differenza non è stata la fortuna, ma «una grande professionalità, una grande attenzione e capacità carismatica. Quello che mi ha colpito fin dall’inizio della figura del nostro ct, è la sua umiltà che lo fa sembrare quasi remissivo ma in realtà è la sua grande forza».