Ancona-Osimo

Falsi Green pass, ad Ancona per vaccinarsi anche da altre regioni

Tra i 50 indagati nell'operazione per le vaccinazioni fittizie per il rilascio indebito lasciapassare anche un avvocato, due imprenditori e un dipendente di supermercato

La Polizia al Paolinelli di Ancona all'epoca del blitz (Foto, Polizia di Stato)

ANCONA – Si terrà domani – 13 gennaio – in Tribunale ad Ancona, l’interrogatorio di garanzia dell’infermiere Emanuele Luchetti, indagato e recluso nel carcere di Montacuto nell’ambito dell’inchiesta per le vaccinazioni fittizie che sarebbero state eseguite per il rilascio di Green pass a persone richiedenti.

L’infermiere, che prestava servizio presso l’hub vaccinale allestito all’impianto sportivo Paolinelli di Ancona,  comparirà domani mattina davanti al gip Masini. A difenderlo, l’avvocato Marta Balestra, che raggiunta telefonicamente, ha affermato che preferisce attendere l’esito dell’interrogatorio del suo assistito prima di pronunciarsi sulla linea difensiva.

Solo domani si saprà se infatti se l’infermiere risponderà alle domande del gip o se invece deciderà di avvalersi della facoltà di non rispondere. A sorprendere l’infermiere mentre buttava via una dose di vaccino anti-Covid, sarebbe stato un medico odontoiatra vaccinatore nello stesso hub (Paolinelli), il quale avrebbe finto di diventarne complice per raccoglierne testimonianze consegnate agli inquirenti.

Tra i reati contestati nell’inchiesta, condotta la Squadra Mobile di Ancona, guidata da Carlo Pinto e coordinata dalla Procura della Repubblica, emersa il 10 gennaio con l’arresto dell’infermiere e l’esecuzione dei domiciliari per altre quattro persone, ci sono quelli di corruzione, peculato e di falso ideologico.

Per i presunti intermediari, finiti al centro dell’inchiesta, fra i quali figurano quattro persone poste agli arresti domiciliari (un avvocato, due imprenditori ed un dipendente di un supermercato) invece non è ancora stata fissata la data dell’interrogatorio di garanzia.

In ballo ci sono altri 45 indagati, fra i quali figura anche un secondo avvocato, il quale però è stato destinatario soltanto della misura dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria e i richiedenti le finte vaccinazioni, per i quali i reati contestati sono corruzione, peculato e falso ideologico in concorso e continuato.

Da quanto emerge dall’inchiesta, per farsi vaccinare fittiziamente al Paolinelli per ottenere il Green pass, arrivavano persone anche da altre regioni: una donna residente nel Padovano è stata raggiunta dalla Polizia che ha dato esecuzione alla misura dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre questa si trovava in Umbria.

Per vaccinarsi fittiziamente ad Ancona sono giunte persone anche da Bologna, Pescara, Foggia, Legge, Barletta, Taranto. L’ipotesi dell’inchiesta e che queste sarebbero giunte nelle Marche grazie agli intermediari. Intanto si apprende che l’infermiere, che prestava servizio presso il centro di salute mentale, nel mese di dicembre avrebbe svolto attività anche nel camper vaccinale di Posatora, ma ad oggi le vaccinazioni fittizie sarebbero emerse solo nell’ambito dell’attività svolta all’impianto sportivo Paolinelli. L’infermiere, stando all’ipotesi di reato, avrebbe incassato fra i 300 e i 400 euro per ogni vaccinazione fittizia.