Ancona-Osimo

Ancona, insulti omofobi ai consiglieri maschi sui tacchi. L’Arcigay: «De Angelis si dimetta»

Il sindaco Silvetti si era smarcato sulla stampa locale sostenendo che «il pensiero della Consigliera di maggioranza era lecito, ma non rappresenta quello della giunta. Io sono un liberale, siamo laici e aperti». Rubini e Pesaresi si erano presentati in aula coi tacchi dopo il post Fb di De Angelis

Da sinisrta, Marchegiani, Rebori e Caporalini

ANCONA – «Post omofobo» e Consiglieri maschi sui tacchi, il sindaco Silvetti si smarca e Arcigay rincara la dose. È di qualche giorno fa la provocazione dei Consiglieri comunali di minoranza Carlo Maria Pesaresi e Francesco Rubini Filogna, che si sono presentati in Aula con i tacchi ai piedi per consegnare una copia della Costituzione alla consigliera meloniana Maria Grazia De Angelis (clicca qui).

Era stata lei, la scorsa settimana, ad aver pubblicato un post sul suo profilo Facebook, in cui si vedevano degli uomini sui tacchi con la didascalia: «In caso di guerra gli “uomini” sono pronti…». Una gogna mediatica per De Angelis ma anche per Rubini e Pesaresi, bersagliati da insulti gay e balzati agli onori della cronaca nazionale.

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Di Ancona stanno parlando testate come Libero, La7, Open e via dicendo. Il primo cittadino, Daniele Silvetti, aveva dichiarato al Corriere Adriatico come le affermazioni di De Angelis non gli appartengano: «È il suo pensiero – aveva detto Silvetti – non rappresenta quello della giunta. Un pensiero legittimo, per carità. Come legittima la contestazione dei consiglieri Rubini e Pesaresi, ma io sono un liberale, tanto più per i diritti civili. Non ho condiviso il tema in questi termini, ridicolizzato e che si è prestato ad interpretazioni».

«Apprendiamo dalla stampa che dopo giorni di imbarazzo generale, il sindaco Silvetti si è finalmente pronunciato circa le indecenti azioni della consigliera De Angelis. È stata necessaria la gogna nazionale e la vergogna per tutta la città di Ancona per far esprimere il primo cittadino sulla questione, ottenendo parole che non ci soddisfano assolutamente», il commento al vetriolo del segretario di Arcigay, Matteo Marchegiani.

«Senza una presa di posizione e delle conseguenze decise non si può dire che il Consiglio comunale risulti essere laico ed aperto. Permettere ad un membro del Consiglio di promuovere discorsi che incitano all’odio e che scatenano la parte peggiore della città non è un comportamento istituzionalmente etico. Le reazioni violente che sono state per giorni sotto gli occhi di tutti sono quelle che le persone della comunità Lgbtqia+ vivono quotidianamente sulla propria pelle».

Matteo Marchegiani, Arcigay Comunitas Ancona (Immagine di repertorio)

Silvetti aveva fatto notare come il post di De Angelis fosse stato pubblicato sul proprio profilo privato, evidenziando come il Consiglio comunale fosse «laico e aperto». Aveva inoltre sottolineato di non voler prendere alcun provvedimento contro De Angelis. Però, dall’Arcigay affondano: «Crediamo fermamente che finché il Consiglio comunale non si esprima formalmente contro queste azioni si stia deliberatamente mancando gli obiettivi promossi dalla nostra Carta Costituzionale, come giustamente hanno sottolineato i consiglieri Rubini e Pesaresi. Nulla significa che il post violento fosse pubblicato su un suo profilo personale. Il personale è politico ed è impossibile scindere il comportamento personale dall’azione politica. È inevitabile che il pensiero violento della Consigliera si ripercuota sulle sue azioni nel Consiglio comunale e conseguentemente sulla vita di cittadine e cittadini».

«Chiediamo pertanto nuovamente le dimissioni della consigliera De Angelis e, nel caso in cui la stessa prosegua nel trincerarsi nel silenzio facendo finta che nulla sia accaduto, che intervenga il Consiglio stesso. Come associazione abbiamo ricevuto un’infinità di contatti da persone di Ancona e da ogni parte d’Italia le quali, manifestando il proprio dissenso, ci chiedevano di non tacere sulla questione e di lottare affinché un livello decoroso di rispetto venga ripristinato. La città non può in nessun modo permettersi figuracce del genere. Pretendiamo inoltre che il Sindaco incontri le realtà che si occupano quotidianamente di discriminazioni e violenze verso le persone Lgbtqia+ e che il Comune collabori attivamente e concretamente in tal senso, non solo a flebili parole. Non è assolutamente possibile tollerare l’intolleranza».