ANCONA- Il pianoforte più grande del mondo con il suo suono profondo, emoziona e cattura l’anima. Il Gran Prix 333, creato dalle sapienti mani del Maestro costruttore di pianoforti Luigi Borgato, protagonista all’Università Politecnica delle Marche.
Lungo 3.33 metri, 50 cm in più rispetto ai tradizionali pianoforti gran coda (2,80 m), è stato costruito tutto a mano e si compone di 15 mila pezzi. Borgato è nato a Gallarate (VA) nel 1963 ma essendo cresciuto e sempre vissuto a Padova dall’età di 6 anni è di formazione padovana. Da oltre 20 anni, assieme alla moglie Paola Bianchi, progetta e costruisce pianoforti gran coda da concerto di concezione innovativa, apprezzati da noti pianisti di fama internazionale.
L’artigiano ha brevettato nel 1991 il Borgato L 282 – un gran coda da concerto dotato di quattro corde percosse per nota da metà tastiera agli acuti (44 tasti) -, nel 2000 il Doppio Borgato L282 – P 398, costituito da due pianoforti gran coda da concerto sovrapposti: uno è azionato da una tradizionale tastiera e l’altro da una pedaliera composta da 37 pedali, simile a quella dell’organo.
Nell’ambito del un corso di Perfezionamento in Ingegneria Applicata agli Strumenti dell’Univpm questa mattina (3 maggio) il Maestro sta tenendo una lezione sulla progettazione della sua ultima creazione: il pianoforte gran coda modello Gran Prix 333. Un’opera preziosa, dal costo di 433mila euro. Prima di incontrare gli studenti, Luigi Borgato ha raccontato a CentroPagina la passione per il suo lavoro e i segreti della sua straordinaria creazione, presentata a Padova un anno e mezzo fa. La Borgato è l’unica realtà al mondo che realizza pianoforti a mano.
Maestro, la prima domanda è quasi d’obbligo. Come mai ha costruito questo pianoforte?
«Cerco sempre innovazione, il pianoforte in 130 anni non aveva mai avuto trasformazioni. Per il momento posso dire di aver raggiunto buon livello di evoluzione. Questo strumento dà uno spettro sonoro più ricco e più ampio. Abbiamo sviluppato una cordiera mai applicata al pianoforte: abbiamo aumentato la lunghezza delle corde e quindi l’ampiezza della tavola armonica. Non si era mai arrivati a dimensioni così grandi prima d’ora».
Quali sono le caratteristiche del Gran Prix 333?
«Abbiamo utilizzato materiali storici. Il pianoforte è in legno, il telaio sostiene la pressione di 25 tonnellate e la fusione con la ghisa è stata studiata appositamente. Pesa 740 kg ed è lungo 3,33 cm».
Quanto tempi ha impiegato per realizzare questo pianoforte?
«Ci sono voluti 10 anni di studio. Realizzarlo significa prove acustiche, prove di materiali, sollecitazioni. Oggi siamo in grado di produrre altri strumenti come questo e quindi di venderlo. Ci vogliono 1.600 ore di lavoro (160 ore al mese). Siamo l’unica realtà al mondo che realizza pianoforti a mano».
I pianisti che hanno potuto suonare questo gioiello Made in Italy che impressione hanno avuto?
«Sono entusiasti e appagati dalle qualità timbriche dello strumento».
Lei è un maestro artigiano costruttore di pianoforti. Qui nelle Marche, a Castelfidardo, abbiamo invece il distretto della fisarmonica.
«Io sono dell’opinione che l’Italia non abbia concorrenti nella produzione di strumenti musicali. Purtroppo però, molti mestieri si sono persi e nel panorama attuale tutto è made in China. Nonostante questo, l’Italia continua a distinguersi per l’altissima qualità dei suoi prodotti».