ANCONA – Aumentano i suicidi tra i giovani. Il dato emerge dalla fotografia scattata dall’Istat nel Report sulle cause di morte in Italia. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica nella popolazione al di sotto di 50 anni di età si è verificata una crescita dei tassi di mortalità complessivi in tutti e due gli anni della pandemia. Nel quinquennio 2015-2019 la mortalità in questa fascia di età aveva subito un calo, per poi tornare a crescere nel 2020, con il tasso che era passato da 4,9 del 2019 a 5,3 del 2021 con un incremento dei decessi del +8%).
Il tasso di mortalità per suicidio è cresciuto in quasi tutte le classi di età, con l’eccezione dei 50-64enni. Particolarmente rilevante l’aumento fra i più giovani (0-49 anni) per i quali il livello raggiunto nel 2021 di 0,40 suicidi ogni 10mila abitanti è il massimo osservato dal 2015. Nel 2021 sono morti, infatti, per suicidio quasi 1.000 persone sotto i 50 anni.
«Dopo l’avvento della pandemia – spiega la psicoterapeuta Alessia Tombesi -, gli adolescenti hanno manifestato tanti disagi, in molte forme diverse: sono cresciute soprattutto le sindromi depressive e i gesti di autolesionismo, specie tra le ragazzine. I ragazzi invece manifestano il loro disagio con chiusure, come ad esempio forti dipendenze da Play Station e smartphone». Un incremento, quello delle sindromi depressive che tiene gli operatori impegnati tutt’ora.
La crisi economica aperta dalla fase post Covid e dai conflitti internazionali hanno creato un quadro di instabilità che pesa. «Anche nei giovani adulti» si è registrato «un incremento delle forme di disagio psicologico, specie di forme depressive – dice -: alcune persone hanno avuto difficoltà a trovare lavoro, altre a cambiarlo», da qui «la difficoltà nel progettare un futuro». Problematiche che «soprattutto nella parte maschile hanno causato una profonda depressione con un aumentato rischio suicidario. Nelle donne il rischio di suicidio è meno elevato – prosegue – ma si è sviluppato un maggior senso di solitudine».
Non solo, prosegue, «le diverse posizioni sui vaccini anti Covid, avevano creato diffidenza e un senso di chiusura, con l’instaurarsi di sintomi depressivi e difficoltà ad affidarsi ad altre persone». Tra le «problematiche che stiamo osservando dalla pandemia in poi. le più diffuse sono depressione e autolesionismo, che negli adulti possono anche sfociare in forme di dipendenza da sostanze o da gioco».
Negli uomini la crescita della mortalità è stata del +9%, certifica l’Istat, nelle donne del +7%. Il Covid-19 è stato uno dei principali responsabili dell’aumento di mortalità tra gli under 50 avendo causato 0,21 decessi ogni 10mila persone nel 2020 e ancora di più nel 2021 (0,25 decessi per 10mila) che in termini assoluti corrispondono a 785 decessi nel 2020 e 922 nel 2021. Un dato, che anche se molto inferiore a quello di altre cause come i tumori, le cause esterne e le malattie circolatorie, ha fatto del Covid-19 una importante causa di mortalità tra gli under 50, responsabile di circa il 4% della mortalità totale.
Da segnalare anche i numeri relativi alla mortalità per cause esterne che era diminuita del 10% nel 2020 grazie soprattutto alla riduzione degli incidenti di trasporto durante i periodi di lockdown, e che invece nel 2021 è tornata ai valori pre-pandemici con un tasso di 1,1. Complessivamente la mortalità per cause esterne è diminuita nel 2020 per poi aumentare nel 2021: si passa da un tasso medio di 3,3 decessi per 10mila nel 2018-19 a 3,2 del 2020 e 3,4 nel 2021. L’andamento delle morti violente è stato determinato in gran parte dall’andamento degli incidenti soprattutto nelle classi di età più giovani, dove causano una quota molto rilevante di decessi. La mortalità per questi eventi si è ridotta del 23% nel 2020, ma nel 2021 è tornata ai livelli del 2019.
Tra le altre cause accidentali, le cadute fanno registrare negli anni di pandemia un notevole aumento di mortalità: complessivamente si passa da 0,52 decessi per 10mila nel 2019 a 0,61 nel 2021. Queste sono cause di morte che riguardano prevalentemente la popolazione anziana e tra gli ultra-ottantenni il tasso di mortalità, pressoché stabile tra il 2015 e il 2019, passa da un valore di 6,6 decessi per 10mila nel 2019 a 7,9 nel 2021. Le morti per tumori mostrano un trend in continua diminuzione, mentre la mortalità per malattie del sistema circolatorio resta stabile tra il 2020 e il 2021.