Ancona-Osimo

Istituto Storia Marche, petizione per salvarlo. I dem: «Senza variazione di bilancio da Regione, chiuderà i battenti» 

«Subito, entro il mese, una congrua e adeguata variazione di bilancio, altrimenti la fine di questo enorme patrimonio storico culturale sarà inevitabile». Finora la petizione ha raccolto circa 2mila firme

ANCONA – L’Istituto Storia Marche «rischia di scomparire». A lanciare l’allarme è una petizione lanciata ieri – 4 luglio – sulla piattaforma Change.org e diretta al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, agli assessori Chiara Biondi e Goffredo Brandoni (rispettivamente Cultura e Bilancio) e al presidente del Consiglio regionale Dino Latini.

«Per la prima volta, dopo mezzo secolo di vita – si legge nel testo che accompagna la petizione – i responsabili del governo regionale delle Marche hanno tagliato la copertura, su rendicontazione, dei costi sostenuti annualmente dall’Istituto. Taglio avvenuto anche nel 2022 e che dovrebbe essere mantenuto anche nell’anno in corso. Nei prossimi giorni si decide il futuro dell’Istituto. Se la Regione non approva una congrua e adeguata variazione di bilancio, entro il mese corrente, l’Istituto Storia Marche chiuderà i battenti assieme al suo enorme patrimonio librario e archivistico». 

La richiesta è che la Regione Marche «approvi subito, entro il mese, una congrua e adeguata variazione di bilancio, altrimenti la fine di questo enorme patrimonio storico culturale sarà inevitabile». Finora la petizione ha raccolto circa 2mila firme. Per l’Istituto Storia Marche si è mobilitato anche il Pd.

«Se la giunta regionale dovesse scegliere di non rifinanziare con una congrua cifra le attività dell’Istituto Storia Marche, si assumerà la responsabilità della chiusura di una delle più prestigiose e longeve istituzioni culturali del nostro territorio – dice il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi – , fondata ormai oltre mezzo secolo fa con il voto unanime di tutti partiti che allora rappresentavano l’arco costituzionale. Ciò significherebbe la dispersione di un patrimonio bibliotecario e documentario di inestimabile valore, composto da oltre 36 mila volumi inventariati, catalogati, consultabili e per la maggior parte ammessi al prestito, un’emeroteca con oltre 2 mila testate di periodici locali e nazionali, e un archivio storico composto da circa 1500 fascicoli appartenenti a fondi depositati o donati da privati cittadini, da enti e istituzioni pubbliche e private, riconosciuto dal 1992 dalla Soprintendenza archivistica per le Marche di Ancona come archivio di notevole interesse storico».

Il dem, insieme ai consiglieri del gruppo ha depositato un’interrogazione a risposta immediata, la quale andrà in discussione nel consiglio regionale di martedì 11 luglio, per chiedere alla giunta Acquaroli di garantire i 50 mila euro richiesti dal direttivo dell’Istituto Storia Marche in occasione della prossima variazione di bilancio o, al più tardi, in sede di assestamento.

Già nel 2020, quando appena insediata la giunta Acquaroli, si legge nella nota, «aveva provato a tagliare i fondi alla legge regionale n. 15 del 27 giugno 1973, Mangialardi si era attivato in consiglio regionale con interrogazioni ed emendamenti al bilancio per evitare che venisse ridimensionato il contributo annuale all’Istituto Storia Marche. Un’iniziativa ripresa poi lo scorso dicembre, in occasione del nuovo voto sul bilancio di previsione, quando però il centrodestra non volle sentire ragioni e azzerò ogni tipo di finanziamento».

«Se è vero – continua il capogruppo dem – che da parte del centrodestra non c’è nessun pregiudizio di natura nostalgica o ideologica, come vanno continuamente ripetendo i loro esponenti locali e nazionali, questo è il momento di dimostrarlo. Anche perché in più occasioni, da ultimo la commemorazione del Giorno della Memoria svoltasi in Assemblea lo scorso 24 gennaio 2023, la stessa Regione Marche guidata da Acquaroli si è avvalsa del qualificato contributo di esponenti dell’Istituto Storia Marche. Il presidente sa bene che questa realtà non è un’organizzazione di parte, bensì un’eccellenza riconosciuta anche a livello nazionale e internazionale che, nel corso dei decenni, attraverso studi e ricerche professionali, ha permesso di approfondire e divulgare la storia contemporanea della nostra regione nei suoi principali aspetti sociali, politici ed economici, contribuendo in tal modo a definire l’identità marchigiana. Confido che ciò lo porti a valutare correttamente la situazione e ad assumere la decisione giusta. I 50 mila euro richiesti dagli organi direttivi dell’Istituto Storia Marche sono la cifra minima per garantire la sopravvivenza di questa realtà. Ogni altra scelta – conclude -, compreso un contributo di minore entità, significherebbe condannarla».

A prendere posizione è anche il dem Antonio Mastrovincenzo che sul suo profilo Facebook scrive: «Con i suoi 40.000 volumi di storia contemporanea, una emeroteca di 2.000 testate, il suo Archivio di notevole interesse storico riconosciuto dalla Soprintendenza, rappresenta un patrimonio culturale di enorme rilevanza. La Giunta Acquaroli negli anni ha tagliato costantemente le risorse che, nelle precedenti Legislature, avevano consentito all’Istituto di proseguire la sua preziosissima attività. In questi 3 anni, attraverso emendamenti al Bilancio, abbiamo sollecitato la Giunta di destra a ripristinare i finanziamenti. Non siamo mai stati ascoltati. Adesso non c’è più tempo. La Giunta Acquaroli riveda immediatamente le sue scellerate scelte, ascolti le migliaia di cittadini che stanno firmando la petizione per salvare l’Istituto Storia Marche e provveda entro il mese ad una adeguata variazione di Bilancio».

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