Ancona-Osimo

Ancona lancia il suo primo Festival della Storia sul tema “confini”

La manifestazione si terrà al Teatro delle Muse, dal 26 al 29 settembre. Tra gli ospiti di questa prima edizione non solo storici accademici, ma anche filosofi, scrittori, giornalisti, registi, testimoni del nostro tempo

Teatro delle Muse ad Ancona

ANCONA – Il capoluogo lancia il suo primo Festival della Storia, che si terrà al Teatro delle Muse, dal 26 al 29 settembre, grazie alla collaborazione tra Comune di Ancona, Regione Marche, Istituto Gramsci Marche, Casa editrice affinità elettive, Istituto Storia Marche, Libreria delle Muse, Anpi Ancona, Marche Teatro, Gulliver Sinistra Universitaria, Ass. culturale Ankonistan. Per gli organizzatori è urgente richiamare alla mente l’importanza del sapere storiografico e, per questa prima edizione, è stato scelto il tema “Confini” che, attraversando tutte le discipline – storia, filosofia, politica, ambiente, letteratura – consentirà di ragionare sul tema del limite, sul piano filosofico e politico, con lo spunto inequivocabile offerto dalla realtà. Tra gli ospiti non solo storici accademici, ma anche filosofi, scrittori, giornalisti, registi, testimoni del nostro tempo.

Ci si interrogherà dunque sui confini della storia. Si può fare a meno della riflessione storiografica, del dibattito e della circolazione delle idee che essa alimenta e ha sempre alimentato? Lo si chiederà, nella prima giornata, il 26 settembre alle 19, al Ridotto, a Ugo Fantasia, docente di Storia greca all’Università di Parma, intervistato da Lucilla Niccolini sui “Confini di Clio”, sui fondamenti epistemologici dettati, nel V secolo, dallo storico greco Tucidide, da alcuni considerato “padre” della storia in senso moderno. E venerdì 27, alle 18, nella stessa sede, Nino Lucantoni tenterà un “Elogio” della disciplina con Franco Amatori, docente dell’Università Bocconi e presidente dell’Istituto Storia Marche.

Sempre Amatori, sabato 28 alle 17, traguarderà la prospettiva storica de “L’impresa italiana”, con Fulvio Cammarano e Fabrizio Traù. A seguire, alle 18.30, lo stesso Cammarano dialogherà sul tema “Secoli come confini. I tempi della storia contemporanea” con Francesco Maria Tiberi. E poiché la storia si ricostruisce anche sulla cartografia, domenica 29 alle 20, con Leonardo Archini, il geografo Franco Farinelli, docente internazionale (Svizzera, Usa, Francia) e divulgatore della disciplina in programmi radiofonici e sulla carta stampata, illustrerà la “Crisi della ragione cartografica”.

La storia può aiutarci a capire questioni di drammatica attualità. Come il conflitto arabo-israeliano, da mezzo secolo nell’agenda dei conflitti irrisolti. Sarà argomento del dialogo, il 26 settembre alle 18.30 nel Foyer di prima galleria delle Muse, tra Renata Mambelli ed Eric Salerno, giornalista che per trenta anni ne è stato testimone, corrispondente de Il Messaggero a Gerusalemme. E come l’irrisolta questione dell’accoglienza in Europa dei migranti, su cui lo stesso giorno, alle 21, l’assessore comunale ai Servizi sociali Emma Capogrossi e il garante dei diritti per le Marche Andrea Nobili dialogheranno al Ridotto con Maria Lucchetti. Lo faranno al termine della presentazione del “Senso del Festival”, che vedrà protagonista l’editrice Valentina Conti, alle 20.30. Subito dopo, alle 22, la proiezione del docu-film di Maurizio Fantoni Minnella “Esilio. La passione secondo Lucano” accenderà nel pubblico l’emozione del racconto di un’utopia, da parte dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano.

Il Festival si chiuderà, alle 22 del 29 settembre, con un altro docu-film sul tema: “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, dopo il racconto che Marco Benedettelli farà, alle 21,30, del “medico di Lampedusa”, Pietro Bartolo. Nella giornata finale, il tema sarà ancora trattato da Antonio Brusa, docente dell’Università di Bari, storico dell’area mediterranea. Con Gabriella Boyer, alle 18,30, affronterà il tema “Il Mediterraneo, tra frontiere reali, inventate, ignorate”. Una questione europea, anzi mondiale, che coinvolge organizzazioni come la Nato. Su questo, nella stessa giornata Daniele Riggio, addetto stampa del quartier generale della Nato a Bruxelles, sarà intervistato, alle 18 al Ridotto, da Sergio Sparapani. Alla discussione parteciperanno anche le associazioni internazionali di volontariato, come Medici senza frontiere: un membro molto attivo della quale, il medico riminese Roberto Scaini, dialogherà alle 17 dello stesso giorno con Renata Mambelli.

I confini della democrazia sarà l’altro tema che inevitabilmente s’intreccerà con l’attualità. A dibattere la questione “L’Italia contesa” con alcuni studenti dell’Università Politecnica delle Marche, sarà, venerdì 27 alle 19, un personaggio di spicco come Giuseppe Vacca, già docente dell’Università di Bari, deputato e studioso di Gramsci. L’indomani, sabato 28 settembre alle 18, la giornalista Benedetta Tobagi, figlia di Walter Tobagi, assassinato nell’80 dalle Brigate Rosse, è stata invitata a dialogare con Vito D’Ambrosio. Presenterà il suo ultimo libro “Piazza Fontana, il processo impossibile”. Dallo stragismo recente, indietro a rileggere la storia del ventennio fascista: alle 19, con Tamara Ferretti, ne darà un’interpretazione Mauro Canali, già docente di Storia contemporanea dell’Università di Camerino, nel presentare il suo studio “Mussolini e i ladri di regime”. Il periodo burrascoso e controverso del ‘68, dopo mezzo secolo, non poteva mancare in questo festival: Nicola Cucchi, vice direttore dell’istituto Gramsci, presenterà, alle 17 di domenica 29, il volume che ha curato per raccogliere, a distanza di 50 anni, il dibattito più fecondo di quel periodo, dal titolo “Il ‘68: un confine generazionale”. E alle 19 dello stesso giorno, sarà Siegmund Ginzberg, per anni inviato dell’Unità in Estremo Oriente e in Usa, a dialogare con Renata Mambelli sulle inquietanti analogie che i nostri tempi suggeriscono con il periodo hitleriano. Ne parlerà sulla scorta del suo ultimo libro “Sindrome 1933”.

Il genere, una questione di confine” è l’altra area in cui spazierà il festival, che si aprirà il 26 settembre alle 17 al Ridotto, con la scrittrice Cinzia Leone, giornalista e autrice di graphic novel, che presenterà, assieme a Renata Mambelli, il suo libro “Ti rubo la vita”. Il romanzo, ambientato in gran parte ad Ancona e nella sua comunità ebraica, segue la vita di tre donne nel Secolo breve, lungo confini religiosi, politici, culturali che mettono in gioco la libertà. Subito dopo, alle 18, dei confini di genere parlerà, con Maria Grazia Camilletti, la filosofa Chiara Zamboni, docente dell’Università di Verona e fondatrice della comunità di filosofe “Diòtima”. La sfida di superare i confini nasce con l’uomo, per i cristiani fin dalla Genesi. E oggi, cosa significa dire che papa Francesco vuole provocare la Chiesa a uscire dai suoi confini? Ne discuterà, venerdì 27 alle 18,30, Sergio Labate, docente dell’Università di Macerata, vaticanista di Repubblica e Corsera, con Luigi Accattoli. Non è possibile immaginare un mondo senza confini. Anche il mondo dell’arte ne ha, ma c’è chi, come Aldo Grassini, direttore del Museo Tattile Omero, dedica la vita ad abbattere le frontiere che l’arte impone ai non vedenti. “Vietato toccare: un confine o una barriera?” è il titolo della sua conversazione con Maria Grazia Camilletti, venerdì 27 alle 17.

E ad Ancona, città sul limite del mare, Porta d’Oriente, il Festival non poteva non dedicare uno sguardo privilegiato. Nelle mattinate di venerdì, sabato e domenica, la racconteranno esperti di storia locale. In primis ai giovani: venerdì alle 10 Claudio Bruschi incontrerà gli studenti delle scuole medie Cònero su “Ancona nella Storia d’Italia del XIX e XX secolo”. Sabato, con partenza da piazza del Crocifisso, Maria Grazia Salonna guiderà una passeggiata agli Archi, a cura di Acropolis, per raccontare la storia della comunità anconetana dei pescatori, da lei affidata a una recente pubblicazione. E alle 11 nell’atelier di Vittoria Ribighini, su via Pizzecolli, Claudio Bruschi illustrerà “Ancona, roccaforte del regno d’Italia”. Domenica, nello stesso luogo, alle 11, Michele Polverari ci fornirà “La rappresentazione del confine. Il porto di Ancona”, al termine di una visita alla Lunetta Santo Stefano, a cura dell’associazione I sedici forti di Ancona. E venerdì 27 alle 21 al Ridotto, Antonio Luccarini disegnerà “La Terra dei confini”, mentre dell’anconetano che superò ogni confine, Ciriaco Pizzecolli, Mario Neve, docente di Geografia culturale all’Università Alma Mater di Bologna, parlerà alle 17 di sabato 28, con Giorgio Mangani, autore di vari studi sul personaggio, considerato il padre della moderna archeologia.

Il 2019 è l’anno che celebra i due secoli dalla composizione de “L’Infinito”, uno sguardo lanciato “oltre la siepe”. «Lo sconfinato inizia – scrive Valentina Conti – perché fin lì esiste un confine». La poesia sarà letta da Federica Quaglieri nella bella serata di sabato 28 alle 21, al termine della conversazione del filosofo Roberto Mancini, docente di Filosofia teoretica all’Università di Macerata, su “Ripensare la trascendenza: i confini dell’umano”. Subito dopo, la responsabile per le Marche del Fondo per l’Ambiente italiano, Alessandra Stipa, presenterà i progetti per il Colle dell’Infinito, bene culturale recentemente acquisito dal Fai.

Non solo conversazioni. Le serate del festival faranno spazio allo spettacolo: venerdì, sabato e domenica, alla Sala Melpomene alle 20, l’attrice Ernesta Argira presentaerà con la sua Compagnia lo strepitoso “Kitchen Stories #1: Tutto l’Amore è Clandestino”. E venerdì alle 22 al Ridotto, ascolteremo i “Suoni attraverso i confini: passato e presente di musiche migranti”, a cura di Terza Via onlus. Tutte le sere alle 20, nel Foyer di prima galleria, aperitivo con degustazione di prodotti tipici, offerto da Cia Ancona.

Il programma completo: Festival storia
Gli ospiti: Ospiti festival della storia