ANCONA – È iniziata ieri in Tribunale ad Ancona, e dovrebbe concludersi lunedì, la requisitoria dei pm nell’ambito del processo per le morti avvenute alla Lanterna Azzurra tra il 7 e l’8 dicembre del 2018. Quella notte morirono sotto la calca 5 adolescenti e una mamma 39enne. Erano tutti nel locale di Corinaldo, all’interno del quale fu spruzzata una sostanza urticante dalla cosiddetta ‘Banda dello spray’, i cui membri sono stati tutti condannati in via definitiva.
Sotto la lente di questo secondo filone processuale, la sicurezza del locale e le autorizzazioni. Nove gli imputati. I reati ipotizzati nei loro confronti vanno a vario titolo dalla cooperazione in omicidio colposo plurimo alle lesioni, dal disastro colposo al falso ideologico fino all’apertura abusiva di un locale. Quella notte oltre alle vittime ci furono anche più di 200 feriti, alcuni costituiti parte civile nel corso del processo.
Già lunedì il pm potrebbe formulare le richieste di condanna per gli imputati. Il processo si avvia alle battute finali e in Aula ieri erano presenti anche i famigliari delle vittime. «Una ricostruzione difficile attenta analitica di un iter di autorizzazioni rilasciate dagli anni ’60 ad oggi» spiega il legale Irene Ciani, difensore dei famigliari di Benedetta Vitali, una delle adolescenti vittime della tragedia. Dal 12 gennaio la parola passerà ai legali delle parti civili. Le famiglie torneranno tutte in Tribunale anche lunedì.
I famigliari chiedono giustizia. «Mi sono compimentato con i pm Gubinelli e Bavai per la loro requisitoria, molto sentita e dettagliata – dice Francesco Vitali, fratello di Benedetta, una delle 6 vittime – . Speriamo che la sentenza definisca tutte le responsabilità».