ANCONA – Ha lasciato il posto fisso all’ospedale regionale di Torrette, dove lavorava come Oss (operatrice socio sanitaria) per essere felice e circondarsi di animali: ora, fa la dog sitter. Meno di un mese fa, Giulia Ossidi (36 anni di Ancona) ha rassegnato le sue dimissioni dal reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia per tentare di inseguire la felicità. Anche se questa, a dire il vero, non le mancava del tutto.
«Io stavo bene in ospedale, ci sono stata per dodici anni – dice – Ero benvoluta sia dai colleghi sia dai pazienti, ma ho sempre avuto una fortissima passione per gli animali. Tre anni e mezzo fa, ho comprato una casa in campagna a Montesicuro. Lì, ci sono il mio cavallo Merlin, un purosangue arabo e i miei tre cani, Jack, Omar e Miranda».
«Li ho salvati dalla strada, sono arrivati dal Sud Italia – racconta – e ho pure un gatto. La natura mi piace sin da bambina. Piano piano – riflette – ho preso il coraggio di lasciare il mio lavoro e ho aperto un’attività di servizi per cani sotto il nome di ’Giulia’s friends dog service’. Ci ho pensato bene prima di lasciare il mio lavoro – precisa – Sapete, è difficile lasciare il sicuro, anzi lo strasicuro, per l’incerto».
Qualcuno era titubante, qualcun altro l’ha incoraggiata: «Ho detto che cambiavo lavoro solo dopo aver rassegnato le dimissioni. In famiglia, mi hanno appoggiata e i miei colleghi mi hanno regalato un corso da educatore cinofilo. Ho ricevuto molto più affetto di quanto mi aspettavo».
Non un secondo lavoro, ma un mestiere a tutti gli effetti. Giulia ora è una libera professionista: «Lavoro anche 24 ore al giorno. Molte fanno la dog sitter come secondo lavoro, io no – rilancia – Ho aperto una vastissima gamma di servizi, dal taxi dog al wedding dog sitting, passando per il dog trekking, il dog walking (una semplice passeggiata, ndr), il dog sitting, la terapia a domicilio senza assistenza veterinaria e il servizio di dog care day-night, l’assistenza a cani malati anche nel post-operatorio».
Curioso il servizio del wedding dog sitting: «Non porto il cane degli sposi al pranzo di nozze come fanno alcuni – ribadisce – ma lo vado a prendere qualche ora prima di modo che gli sposi possano godersi i preparativi. Solitamente, aspetto fuori dal luogo della cerimonia e affianco la coppia. A volte, non tutte le Chiese accettano di far entrare il cane. Pensi che una volta, è proprio ad un cagnolone che ho fatto portare le fedi».
Ogni servizio è preceduto da un incontro conoscitivo gratuito: «C’è una richiesta esagerata e sono costretta a dire tanti ’No’. A volte – continua – aiuto anche i proprietari a liberarsi dai sensi di colpa di lasciare il proprio animale da solo, in casa. Ne va del benessere della famiglia e dell’animale. Chi mi affida un cane, mi affida un essere vivente, un pezzo del proprio cuore. Il dog sitter non è solo chi fa passeggiare un cane, ma chi se ne assume le responsabilità, che sono tantissime. La fiducia è alla base di tutto. Se mi sia pentita di questa scelta? Assolutamente no, la rifarei».