Ancona-Osimo

Lavoro e carenza di personale, le associazioni di categoria: ‘buco’ nella ristorazione e meccanica. Difficoltà a incrociare domanda e offerta

Camerieri, baristi, receptionist per la stagione estiva sono le figure difficili da reperire. Ne abbiamo parlato con le associazioni di categoria, Confcommercio, Cna e Confartigianato

ANCONA – Manca il personale non solo nella ristorazione, ma anche in altri settori. Il grido d’allarme arriva dalle associazioni di categoria. A pochi mesi dall’avvio della stagione estiva bar, ristoranti e hotel fanno fatica a trovare baristi, camerieri, receptionist, un problema che era esploso già l’anno scorso e che anche quest’anno non accenna a diminuire, tutt’altro.

«C’è una carenza di personale un po’ in tutti i campi, non solo nella ristorazione – spiega il direttore di Confcommercio Marche professor Massimiliano Polacco – nella ristorazione manca personale soprattutto per la stagione estiva, ma in altri settori c’è carenza di personale impiegatizio. Gli imprenditori cercano soprattutto figure qualificate e con competenze, ma dobbiamo rilevare che il diniego alle offerte di lavoro si fa più importante soprattutto quando viene richiesta una disponibilità lavorativa per il sabato sera e per la domenica». La carenza di personale secondo Polacco da un lato è imputabile anche «all’abbandono scolastico che stiamo rilevando sul territorio».

Gli fa eco Massimiliano Santini, direttore della Cna di Ancona, secondo il quale la questione nasce nel passato: «Negli anni scorsi si è sottovalutata la difficoltà a incrociare domanda ed offerta di lavoro – spiega – e la formazione tecnica offerta dagli Its è stata mal compresa e mal applicata. La metà dei ragazzi oggi frequenta i licei, ma il fabbisogno occupazionale chiede un 70% lavoratori con competenze tecniche e specialistiche, per cui gli imprenditori sono costretti ad avvalersi di personale straniero. Non esiste il tema del ‘bamboccione’, né quello degli imprenditori che pagano poco – puntualizza – ma si assiste ad un mismatch frutto di una dinamica che va avanti da anni e che è esplosa in questi ultimi tempi, perché il mercato ha ripreso quota e c’è richiesta di personale».

Santini evidenzia che «nella ristorazione c’è il buco più clamoroso di questa carenza e alcuni imprenditori non riescono a tenere aperto perché non trovano personale. I ragazzi che studiano all’alberghiero vanno via ‘come il pane’ – spiega – proprio per la grande richiesta del settore». Il timore di recarsi all’estero a causa della pandemia, ha spinto molti italiani a riscoprire il Belpaese e le Marche hanno registrato un boom di presenze che ha fatto riprendere quota al turismo. E anche le nuove politiche adottate dalla Regione, con nuovi voli dall’aeroporto di Falconara, daranno una decisa spinta al settore.

«L’altro buco che rileviamo è nel settore metalmeccanico e delle costruzioni» quest’ultimo incentivato da un lato dal Superbonus 110% e dall’altro dalla ricostruzione post sisma. Carenza si registra anche nel settore benessere, estetica e acconciatura, spiega Santini, e nell’autocarrozzeria. «Da rilevare anche che le piccole imprese che lavorano nella meccanica fanno più fatica a trovare personale – aggiunge – perché i ragazzi preferiscono orientarsi più verso le grandi aziende, ma è un mito da sfatare».

Il segretario di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Marco Pierpaoli spiega che il fenomeno «in questi anni si è andato più volte ad evidenziare, da una parte perché nel post pandemia il mondo del lavoro ha avuto un boom, per esempio come nel settore dell’edilizia, dove si è assistito ad un incremento importante di lavoro, con conseguente maggiore richiesta di personale, dall’altro perché misure come il reddito di cittadinanza hanno creato dei gap in alcuni settori».

La situazione, però, fa notare «è in continua evoluzione e con l’eliminazione del Superbonus è possibile che ci sia un calo di richiesta di personale specializzato, specie di chi si occupa di cappotti termici». «Abbiamo notato – aggiunge – anche un maggior turnover di personale nel post pandemia, le persone tendono a cambiare lavoro con maggior frequenza, da un lato anche perché la pubblica amministrazione ha indetto diversi concorsi, dall’altro anche perché l’esperienza vissuta ci ha cambiato un po’ tutti». In linea generale «c’è difficoltà ad incrociare domanda e offerta di lavoro, per questo abbiamo attivato un Job talent sul nostro portale».