Ancona-Osimo

Ancona liberata 80 anni fa: «Era il 1944». La rievocazione con le uniformi polacche d’epoca

Autorità religiose e civili per l'80esimo della liberazione di Ancona da parte dei polacchi. Massimo Ossidi, presidente dell'Accademia di Oplologia e Militaria dorica: «I due popoli sono uniti da sempre. I nostri canti nazionali ne sono la prova»

ANCONA – L’80esimo dalla liberazione di Ancona: era il 18 luglio 1944 quando la città venne definitivamente liberata con l’ingresso delle truppe polacche da Porta Santo Stefano. E a distanza di 80 anni l’esercito e le autorità polacche sono tornate qui, ad Ancona, per una rievocazione storica.

Schierato davanti Porta Santo Stefano c’è un manipolo di giovani vestiti con le uniformi di un tempo. Sono i ragazzi dell’Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona, presieduta da Massimo Ossidi: «Stamattina (18 luglio) ci siamo ritrovati lì e alle 17 l’inaugurazione di una mostra fotografica allo Stadio Dorico che sarà visitabile fino a domani pomeriggio (19 luglio)».

Perché proprio qui, al Dorico, dopo la fine della guerra (quella vera, non rievocata), ci fu una sorta di «gemellaggio tra italiani e polacchi, con balli, partite di calcio e via dicendo – spiega Ossidi – Stamane, l’incontro alla presenza di vari ministri e personalità illustri della Polonia, che hanno sottolineato la fratellanza nel sostenere l’Ucraina contro l’invasione».

È una storia di amicizia, quella tra l’Italia e la Polonia: «Il nostro inno di Mameli – riflette il presidente – ha in sé diversi richiami al popolo polacco. E così l’inno polacco richiama spesso l’Italia. Il tutto proviene da una fratellanza ottocentesca e risorgimentale. Durante il Risorgimento, infatti, abbiamo avuto rapporti non solo coi polacchi, ma anche con gli ungheresi, per la loro indipendenza. E i nostri garibaldini sono arrivati fino in Grecia contro i Turchi».

«Italia e Polonia sono popoli cattolici dai tempi del Risorgimento, in Germania – invece – c’erano i protestanti. Quindi, un discorso di vicinanza vera, anche dal punto di vista religioso». Le uniformi che indossavano i militari polacchi durante la liberazione di Ancona richiamano lo stile dele divise inglesi, dato che «i polacchi facevano parte dell’ottava armata inglese». E ancora: «Ricordare gli episodi militari di una volta significa ricordare il passato. E il nostro passato – commenta Ossidi – bello o brutto che sia non va mai dimenticato».

A liberare il capoluogo marchigiano, il 18 luglio ’44 fu il Secondo Corpo di Armata Polacco, guidato dal generale Władysław Anders. La cerimonia è iniziata con l’esecuzione degli inni nazionali italiano e polacco, eseguiti dalla Fanfara dell’Esercito polacco. Successivamente, il Sindaco dorico, Daniele Silvetti, ha proceduto coi saluti istituzionali, dando il benvenuto alla delegazione polacca.

A rappresentarla, il capo Ufficio dei reduci di guerra e delle vittime di persecuzioni, Lech Parell, che ha conferito le medaglie Pro Patria. Con lui, anche i reduci, l’Incaricato d’affari ministro plenipotenziario Agnieszka Hoppen Klikowicz, la console onoraria della Repubblica di Polonia in Ancona, Cristina Gorajski, alla figlia del Generale Władysław Anders, Anna Maria Anders. Per l’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, c’era il presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo.

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