Ancona-Osimo

Ancona, troppe liti alla mensa del povero. Da Padre Guido arrivano i carabinieri volontari

Tra chi attende un pasto caldo e il desiderio di una vita migliore, il clima che si respira alla mensa a volte è caldo. Non rari litigi e schiamazzi

I carabinieri volontari mantengono l'ordine in via Padre Guido

ANCONA – I carabinieri volontari alla mensa del povero: vigilanza durante l’erogazione dei pasti. Da pochi giorni, in tanti, in centro, hanno visto i volontari dell’associazione nazionale carabinieri presidiare via Padre Guido, il vicolo che poi porta in via Buoncompagno e quindi in piazza del Plebiscito (per tutti piazza del Papa).

Ma per quale motivo quelle divise rosse sono lì? Per presidiare il vicoletto tra corso Garibaldi e corso Mazzini e fungere da deterrente ad eventuali liti. Scontri e parole grosse che a volte volano per futili motivi (clicca qui). Anche noi di CentroPagina ci avviciniamo per osservare e capire meglio la situazione. Mentre proviamo a scattare qualche foto, una delle persone che si reca abitualmente alla mensa ci viene incontro con fare sospetto: «Non farmi le foto, hai capito? – ci dice -. Tira fuori il cellulare, voglio vedere se mi hai ripreso».

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La lunga fila per un pasto caldo

Con l’aiuto dei carabinieri volontari, cerchiamo di calmarlo, sottolineando che comunque i volti verranno pixelati, ma il signore insiste e fa per toglierci il telefono dalle mani. Noi lo rassicuriamo aprendo la galleria dello smartphone. Non c’è alcuna foto che lo ritrae in volto. Quando finalmente lo capisce anche lui, allora si calma e corre a prendere il suo tozzo di pane. Questo per farvi capire il clima che si respira sotto la palazzina dove lavorano i volontari di Padre Guido.

Non molto tempo fa, suor Settimia, la brava e conosciutissima responsabile della mensa di Padre Guido, aveva provato a risolvere la faccenda installando l’elimina code, ma qualcuno talvolta – magari sotto effetto di alcool o droghe – pretende di passare avanti e fa il prepotente. Non si parla, si borbotta. C’è la vergogna di sentirsi ultimo tra gli ultimi, in una fila che scorre veloce ma che è il segno di un destino (o di una scelta) che è duro assaporare. Ma c’è anche la volontà di non perdere quella dignità di esseri umani di fronte a una fotocamera che potrebbe svelare le proprie condizioni economiche.

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Tra gli utenti della mensa di Padre Guido non ci sono solo richiedenti asilo, sbandati, barboni, clochard e tossici. Ci sono anche madri e padri di famiglia, persone che fino a qualche giorno prima avevano un lavoro e un tetto sopra la testa. Gente perbene. Che poi, a dire il vero, non è la condizione economica che ti fa essere una persona perbene.

I carabinieri volontari presidiano il territorio

È ormai qualche anno che i meno abbienti che si rivolgono alla mensa possono accedere ai servizi di Settimia in fila, uno per uno. Ma certo è che non di rado si verificano litigi. Urla e schiamazzi che vengono avvertiti anche dagli altri negozianti di corso Mazzini, ormai abituati.

Diverse volte, ci sono stati interventi della Croce Gialla di Ancona e della Croce Rossa che, con la polizia, sono intervenute per calmare gli animi. Ora, invece, la scelta di chiedere la collaborazione dell’associazione nazionale carabinieri.

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In tre, mascherina addosso, controllano che tutto si svolga regolarmente, senza intoppi né litigi. Al piano di sopra, si cucinano pasti caldi e di sotto si aspetta il proprio turno. Intanto, la fila dei poveri continua a crescere. I carabinieri volontari sono lì tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.40.

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