Ancona-Osimo

Love Pride: la replica del Popolo della Famiglia

Con il Love Pride in partenza il Popolo della Famiglia richiama l'attenzione sul rischio di strumentalizzazione di disabili e minori. Gabriele Cinti:«occorre evitare che bambini o ragazzini minorenni possano essere esposti alle nudità»

Uno striscione che annuncia il Love Pride
ANCONA – Disabili e minori. Sono questi a destare le maggiori preoccupazioni del Popolo della Famiglia, all’avvio del primo Love Pride di Ancona. Il movimento politico di ispirazione cristiana non ci sta e, come spiega in una nota, manifesta il suo disappunto nei confronti di un «festeggiamento dedicato all’amore a 360 gradi – motivo per il quale l’evento non viene chiamato Gay Pride, ma testualmente «orgoglio d’amore»”, ma poi si elenca «una serie di categorie considerate differenti, quindi discriminate a causa della loro preferenza sessuale citando testualmente: bisessuali, asessuali e disabili, come se questi ultimi, assimilati alle suddette “categorie”, avessero un concetto alternativo, di fatto inesistente, di sesso».
Disabili discriminati, dunque, secondo il Popolo della Famiglia, ma anche strumentalizzati, come spiega Gabriele Cinti, coordinatore provinciale del partito: «Essere disabili nel corpo non prevede necessariamente un orientamento sessuale alternativo. Può capitare ma non è la regola».
Gabriele Cinti, coordinatore provinciale del Popolo della Famiglia

Un atteggiamento, quello degli organizzatori del Love Pride che secondo Gabriele Cinti tende a «marginalizzare e stigmatizzare i disabili. L’amore tra due persone con problemi fisici non è da condannare. Non siamo contro chi ha un diverso orientamento sessuale, ma crediamo che non debba essere lasciato passare il concetto che l’unione fra due persone dello stesso sesso sia un atteggiamento naturale come vogliono farci credere». L’altra questione che preoccupa non poco il Popolo della Famiglia è quella dei minori che potrebbero assistere al corteo pacifico: «Occorre evitare che bambini o ragazzini minorenni possano essere esposti alle nudità, come di solito si verifica nei gay pride – sottolinea Gabriele Cinti – e non vorremmo vederli salire sul carro, come non vorremmo vederci salire neanche i disabili in carrozzina, perché questo significherebbe strumentalizzarli».