Ancona-Osimo

Ancona, Magazzino Muse inaugura la mostra di Calosci ˊLa fleur blancheˊ: «Dalla Belle Époque agli Anni ruggenti»

È l’idea di Maria Antonietta Scarpari, curatrice di Magazzino Muse, e del fotografo anconetano Antonio Calosci, conosciuto come Anthony McHalosh

ANCONA – Una mostra per rivivere gli anni degli eleganti bordelli dell’epoca, là dove le prostitute erano spesso spie che carpivano i segreti e i lati più nascosti e misteriosi di Capi di Stato e di Governo. È questa l’idea di Maria Antonietta Scarpari, curatrice di Magazzino Muse, e del fotografo anconetano Antonio Calosci, conosciuto come Anthony McHalosh. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Ancona-Assessorato alla Cultura.

«Sono emozionata di dare lustro alle preziose foto (quaranta in tutto) di uno dei talenti nascosti di Ancona – il commento di Scarpari – Una città silenziosa, la nostra, che però è ricca di personalità di spicco del mondo della cultura a cui va data la visibilità che meritano».

L’esposizione fotografica, negli spazi di Magazzino Muse (via degli Aranci 1/F, ad Ancona), prenderà il via sabato 7 settembre (ore 17.30, con buffet) e sarà visitabile fino al 21 settembre (ingresso gratuito).

Presenta il professor Gabriele Bevilacqua, docente e critico d’arte. La cittadinanza è invitata. «Il titolo della mostra, ˊLa fleur blancheˊ, è un richiamo al nome di uno dei più famosi e lussuosi bordelli esistenti a Parigi, tra il 1860 e il 1942», spiega l’autore degli scatti, Calosci, rimasto folgorato da alcuni ritratti visti al MoMA. (il Museum of Modern Art) di New York.

«Era il 2011 e stavo visitando il MoMA quando sono incappato in una serie di scatti realizzati tra il 1900 e il 1945. Erano di una bellezza assoluta, sotto ogni profilo: dall’uso delle luci alla sensualità delle prostitute-modelle. E si noti che all’epoca – evidenzia McHalosh – i fotografi in questione lavoravano sfruttando i lucernai o usando strumenti rudimentali come i lampi al magnesio».

Le foto realizzate da McHalosh, anconetano d’adozione, sono state ambientate nel Centro Italia, tra le Marche, la Toscana e l’Umbria: «Quando ho iniziato ad allestire la serie, ho dovuto cercare ambienti di un certo stile: c’è un bar liberty di Firenze, una residenza del 1200 a Todi, un hotel del Quattrocento a Sassoferrato (in provincia di Ancona), una villa di Ancona e una casa riallestita a Montepulciano».

Il sesso non era affatto l’obiettivo primario di chi visitava i bordelli extra lusso: «La mostra si ispira alle cartoline erotiche d’epoca e a fotografie di appassionati della Belle Époque e degli Anni ruggenti. Non a caso, è stato scelto proprio il bianco e nero – prosegue – Vorrei rievocare atmosfere e ambienti di bordelli eleganti, dove le signorine non erano considerate alla stregua di una merce, ma anzi riuscivano a intrattenere e carpire i segreti di principi, Capi di Stato, ministri, ambasciatori, generali o ammiragli».

L’obiettivo dell’iniziativa, continua lui, è quello di «strizzare l’occhio al passato, senza rifiutare il presente, facendo sì che i giovani di oggi possano fare un viaggio virtuale in quegli anni. Uno sguardo sul bello per rivisitare gli aspetti più appassionanti e poetici di un’epoca ormai lontana, che fu ricca di grandissimi artisti e letterati come Gertrude Stein, Salvator Dalì, Francis Scott Fitzgerald, Cole Porter, Ernest Hemingway, Joséphine Baker. Personalità che nel bordello, come in ogni altro locale di ritrovo, non vedevano un luogo di perdizione, ma una opportunità dalla quale trarre spunto, come accadde al grande pittore Henry De Toulouse-Lautrec».

Sensualità ed erotismo «lontani dalla volgarità. Durante la realizzazione delle foto, sul set, per la consulenza artistica, sono intervenuti alcuni Professori Ordinari di Pittura, di Scenografia, di Scultura presso varie Accademie di Belle Arti Italiane. Molte delle modelle sono studentesse, oggi laureate, proprio delle Accademie e, grazie a loro, è stato possibile interpretare al meglio il pensiero iniziale. Il lavoro è stato successivo allo studio di centinaia di fotografie d’epoca, quadri e statue di grandi pittori soprattutto di quel periodo».

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