ANCONA – I danni causati dall’ondata di maltempo sono nell’ordine «di più miliardi di euro». Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli a Palazzo Raffaello in conferenza stampa con gli assessori Stefano Aguzzi (Protezione civile), Guido Castelli (Bilancio) Francesco Baldelli (Infrastrutture), il capo della Protezione civile regionale Stefano Stefoni, il responsabile del centro funzionale Protezione civile Paolo Sandroni, la responsabile della sala operativa della Protezione civile Susanna Balducci e l’ingegner Nardo Goffi del Dipartimento del territorio.
Il governatore ha parato di danni «enormi», spiegando che la Regione «da sola non possiede una quantità di risorse necessarie». Per questo il presidente regionale ha invocato la necessità di un piano nazionale per contrastare gli effetti del cambiamento climatico ed approntare le opere necessarie sul fronte della prevenzione del dissesto idrogeologico.
«Stiamo facendo una ricognizione dei danni e stiamo mettendo in campo tutte le nostre strutture e iniziative per sostenere le famiglie e le imprese» ha spiegato il governatore: l’ondata di maltempo che si è abbattuta sulle Marche il 15 settembre ha causato 11 morti, 2 dispersi, centinaia di sfollati e danni ingenti. «Contiamo che quello che è l’impegno preso dal governo Draghi venga mantenuto – ha spiegato – e ci consenta soprattutto di andare incontro alle esigenze che ci chiedono famiglie e imprese, cioè la necessità di avere disponibilità nel più breve tempo possibile, perché tutti sappiamo che veniamo da un periodo particolarmente complicato e complesso, dopo la pandemia, la crisi energetica e tutti quelli che sono i rincari delle materie prime».
Il governatore delle Marche ha sottolineato che «tante attività» chiedono «di poter avere un sostegno subito perché altrimenti non riescono a riaprire» ed ha aggiunto «stiamo prevedendo delle misure che riguardano imprese e famiglie, ma dobbiamo interloquire con il governo».
Sul fronte delle opere, il presidente ha ricordato che sono stati realizzati interventi per 50milioni di euro ai quali si aggiungeranno ulteriori 200milioni che serviranno per la messa in sicurezza dei territori da qui a 3 anni – 4 anni, ma serve un programma nazionale con risorse straordinarie. Tra Pnrr, programmazione europea e risorse della Regione. «facendo uno sforzo possiamo arrivare a qualcosa in più» ha detto «possiamo contare su 200miloni che non sono sufficienti».
Sul fronte della burocrazia secondo Acquaroli occorre semplificare le norme, perché complicano nella ricostruzione e nella manutenzione. Servono «un sistema legislativo di maggiore semplicità», ma anche «risorse». Nelle Marche la competenza dei corsi d’acqua (12) è ritornata in capo alla Regione dal 2016, ma «la manutenzione non è stata all’altezza della situazione».
«Si è verificato uno degli eventi più difficili da prevedere» ha spiegato il responsabile del centro funzionale multirischio della Protezione regionale Paolo Sandroni, che ha sottolineato che si è trattato di una cella temporalesca autorigenerante che ha scaricato «quantitativi inimmaginabili» di pioggia: nell’arco di tre ore è caduto il doppio della pioggia rispetto al record registrato negli ultimi 100 anni, precipitazioni talmente intense che hanno fatto aumentare l livello dei fiumi di sei metri, nonostante Misa e Nevola nella giornata di giovedì fossero in condizioni di «magra». Per quanto riguarda l’allerta secondo Sandroni in base a «carte e modelli matematici» le precipitazioni avrebbero dovuto interessare il versante umbro più che quello marchigiano, e avrebbero dovuto avere una intensità moderata pari a circa 30-60 millimetri. Piogge e temporali avrebbero potuto interessare la parte montana e alto collinare dele Marche, da qui l’allerta gialla diramata dalla Protezione civile, un codice che prevede un occasionale pericolo per la sicurezza delle persone con possibile perdita di vite umane.
Non solo, secondo Paolo Sandroni, la previsione delle carte europee avrebbe addirittura migliorato la situazione precedente al punto che nelle Marche non erano attese precipitazioni. In conclusione per Sandroni «la nostra previsione è stata fatta in scienza e coscienza».
«Parlando con i sindaci – ha detto l’assessore Aguzzi – il sindaco di Barbara mi ha raccontato che alle 19 circa sul Nevola non c’era acqua», poi nel corso della serata è arrivata una marea, tipo rottura di diga, spaventosa. Dopo tanti anni che parliamo di cambiamenti climatici, oggi, forse, c’è la riprova certa che stanno avvenendo». Nel 2022, ha puntualizzato. sono stati previsti nel bilancio preventivo 73milioni e 200mila euro. «Abbiamo investito tantissimo e intendiamo continuare ad investire ancora tantissimo per prevenire fenomeni come questo – ha detto – che saranno sempre più frequenti».