ANCONA – Grano piegato dalle piogge, campi finiti sott’acqua. Nelle campagne marchigiane si contano i danni prodotti dall’ondata di maltempo che tra il 16 e il 17 maggio ha colpito le Marche e i cui effetti si sono sommati alle grandinate del 12 maggio che avevano interessato le province di Pesaro Urbino, Macerata e Ascoli.
«Le imprese agricole sono in forte difficoltà – spiega Tommaso di Sante, presidente Coldiretti Pesaro Urbino e membro della giunta di Camera di Commercio delle Marche con delega all’agricoltura – : non abbiamo ancora una stima dei danni, perché in alcuni campi non si riesce ad andare in quanto sono ancora allagati, ma quasi tutte le aziende hanno subito danni, con pochissime eccezioni».
Di Sante spiega che alcune aziende sono rimaste isolate in seguito alla chiusura di strade che hanno subito frane o smottamenti e questo crea ulteriori difficoltà per l’impossibilità di raggiungere terreni e animali. E il meteo non sembra ancora ‘sazio’, «anche le piccole precipitazioni incidono, speriamo che arrivi presto il sole così da asciugare i campi». La zona del pesarese è stata particolarmente colpita dall’ultima ondata di maltempo, e a subire i danni maggiori sono le coltivazioni di grano, girasole, frutta e i vitigni.
Dopo un periodo di siccità, le campagne sono state inondate da piogge molto intense che sono andate avanti per 48 ore e che hanno trascinato via i semi appena piantati e danneggiato le colture in fase di crescita. «In questa situazione – conclude Tommaso di Sante – è importante consumare prodotti del territorio, anche per dare una mano alle imprese locali a risollevarsi».
«Il grano è stato piegato dalla pioggia – racconta Giuliano Ricciotti, coltivatore aderente a Coldiretti – e a causa del maltempo non siamo ancora riusciti a seminare il girasole, se si va avanti così rischiamo perdite importanti». L’agricoltore spiega che se non riuscirà a seminare il girasole entro i primi di giugno rischia una perdita stimabile tra i 20 e i 25 quintali ad ettaro, mentre il grano è minacciato dalle erbe infestanti per le quali i diserbanti utilizzati con le abbondanti piogge ormai non hanno più effetto.
Anche sul fronte dei danni al grano le perdite sono ingenti, spiega, e si aggirano intorno ai 10 quintali ad ettaro. L’azienda, oltre a coltivare grano e girasole, ha anche dei vigneti danneggiati dalla grandine della settimana scorsa. «La situazione è molto preoccupante» conclude.
Situazione pesante per l’azienda di Acqualagna, ai piedi del Monte Catria, Il Gentilverde, che coltiva grani antichi, dai quali produce pane cotto a legna, focacce, crostate, pane di mosto che poi portano nei mercati di Campagna Amica. «Per noi il danno è enorme, inestimabile – dice Giuditta Mercurio – non possiamo comprare altrove questi grani, perché non possiamo trovarne di eguali in quanto si tratta di semi della tradizione di questo territorio, né possiamo ripiantarli. Siamo abbattute – dice – avevamo differenziato le colture seminando alcuni ettari in terreni più verso la costa, ma il torrente Arzilla, che solitamente ha un centimetro di acqua è arrivato ad una onda di sei metri».