ANCONA – «Ci sono attività inevitabilmente ferme e che dovranno ripulire i locali e far ripartire, quando non sostituire, le attrezzatture. Attività di somministrazione e produzione di alimenti, ma anche negozi e laboratori sono in ginocchio». A delineare il quadro dei danni causati dall’ondata di maltempo che ha colpito le Marche con esondazioni e allagamenti è il segretario di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Marco Pierpaoli.
Per una prima stima dei danni è ancora «troppo presto, ma ci siamo subito attivati con i nostri referenti territoriali che stanno contattando e visitando le imprese, dove è necessario per dare supporto, e per raccogliere informazioni che saranno utili ad una valutazione economica dei danni subiti. Purtroppo, da quello che stiamo rilevando – dice – in alcune zone soprattutto, come Castelferretti di Falconara, Osimo stazione, Aspio di Ancona, Numana le conseguenze dell’alluvione sono pesantissime». A Osimo oggi le scuole resteranno ancora chiuse.
Pierpaoli spiega che «alcune attività hanno perso tutto, attrezzatture, materiali. E poi ci sono i danni agli edifici invasi oltre che dall’acqua dal fango». Le intense piogge cadute hanno fatto esondare il fiume Aspio e il torrente San Sebastiano causando allagamenti nei territori compresi tra i Comuni di Ancona, Osimo, Numana, Camerano e Castelfidardo, oltre che tra Falconara e Castelferretti. Le Marche erano già state colpite pesantemente dall’alluvione del 2022 che aveva provocato 13 morti e danni ingenti nel senigalliese.
Qual è la situazione dei ristori della precedente alluvione? «Ci risulta che per l’alluvione del 2022 i ristori siano stati percepiti dalle imprese danneggiate. Le eccezioni riguardano solo pochissime attività per le quali la situazione era più complessa perché gli interventi riguardavano, per esempio, opere idrauliche, che stanno aspettando di ricevere le ultime tranche. A questo proposito, bene il fatto che il Governo abbia prorogato lo Stato di Emergenza fino al 17 settembre 2025, questo consentirà di proseguire i lavori programmati per la messa in sicurezza del territorio colpito nel 2022 e di completare il ripristino delle opere infrastrutturali previste per superare quell’emergenza».
Il cambiamento climatico ormai è una realtà, così come l’intensificarsi dei fenomeni estremi. Al di là della violenza della pioggia, cosa continua a non funzionare? «È evidente che ci sono parti del nostro territorio ancora troppo fragili e sulle quali è necessario intervenire con manutenzioni ordinarie e non straordinarie, studiando la tipologia di interventi da eseguire e programmando i lavori magari mettendo gli amministratori locali di comuni limitrofi e che condividono gli stessi problemi, seduti ad un tavolo di concertazione e programmazione. Oramai queste ondate di maltempo non sono più un’eccezione e il territorio va messo in sicurezza. Non si possono far vivere le imprese e le persone con il terrore che arrivi il maltempo».
L’ondata di maltempo ha devastato anche l’Emilia Romagna, dove le conseguenze negative sono state anche peggiori. Vi siete sentiti con i colleghi della Romagna? «Sì, come è successo lo scorso anno. Siamo vicini al dramma che stanno vivendo».