ANCONA – Con l’aumento dei prezzi e l’abbassamento dei salari «gli otto miliardi destinati al fisco devono andare ai lavoratori dipendenti e ai pensionati». È il concetto espresso dal segretario generale Cgil Maurizio Landini, questa mattina 20 novembre ad Ancona per la manifestazione regionale, la prima in Italia insieme a quella in Veneto, indetta dai sindacati (Cgil, Cisl e Uil) per aprire una riflessione sulla manovra, e in particolare sui temi di fisco, pensioni, lavoro e sviluppo sociale.
La manovra
In una Piazza Pertini gremita e partecipe, Landini ha strappato applausi durante il suo intervento, nel quale ha rimarcato che gli investimenti devono produrre lavoro stabile e non precario: «Oggi c’è troppa precarietà – ha detto – , i posti di lavoro che si stanno creando continuano ad essere contratti a termine, interinali, lavoro a chiamata, intermittente»-. A tal proposito ha lanciato la proposta di introdurre «un nuovo contratto a contenuto formativo che diventi in realtà una forma di assunzione».
Inoltre ha affermato la necessità di «creare quelle filiere produttive che noi non abbiamo e che guardano al futuro, dal digitale alla sostenibilità ambientale e fare in modo che questa riconversione produttiva crei lavoro». Sul tema delle pensioni Landini ha invocato una riforma «in grado di parlare a tutti, a partire dai giovani», che possa «riconoscere la diversità dei lavori e la diversità che esiste tra uomini e donne».
«La prossima settimana avremo dei tavoli con il governo per discutere del fisco e delle pensioni» ha detto, nel sottolineare l’apertura da parte del governo, il cui merito va alla mobilitazione intrapresa da Cgil, Cisl e Uil, e aggiungendo «vogliamo portare a casa dei risultati» e sull’ipotesi di un eventuale sciopero in caso di risposte insoddisfacenti ha detto «valuteremo».
Sui limiti della legge di bilancio e sulle proposte, sono intervenuti anche i tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil.
La segretaria generale Cgil Marche Daniela Barbaresi in particolare ha posto l’accento sul precariato nel mondo del lavoro che affligge giovani e donne. «L’economia sta ripartendo in qualche modo e il pil delle Marche è cresciuto dell’8,5%, ma questo aumento dell’attività del lavoro non si è trasformato in qualità del lavoro, né in assunzioni a tempo indeterminato, mentre invece continua a crescere la precarietà».
Sulle pensioni «abbiamo una piattaforma unitaria che rivendichiamo con forza e vogliamo risposte su questo fronte: flessibilità in uscita a 62 anni o con 41 anni di contributi, il riconoscimento che i lavori non sono tutti uguali e poi una risposta per i giovani con una pensione contributiva di garanzia». Poi l’accento è andato sulle donne «penalizzate sul lavoro, con il rischio di essere penalizzate anche nel momento in cui andranno in pensione».
Il segretario generale Cisl Marche, Sauro Rossi, ha affermato «vogliamo vedere agganciata allo sviluppo economico una forte attenzione all’ambiente e al sociale». Secondo Rossi occorre «assicurare lavoro di qualità e rafforzare le reti del welfare» e le risorse «ci sono» e possono essere orientate su scuola, sanità e assistenza sociale. «Abbiamo una platea di non autosufficienti che sotto questo profilo richiama una attenzione particolare e che abbiamo bisogno di vedere rafforzata nelle misure anche prossime della legge di bilancio».
Per quanto riguarda le Marche ha posto l’accento sul post sisma e la crisi del 2008, spiegando che la pandemia «non ha fatto che acuire le difficoltà. C’è un segno di ripresa anche nella nostra regione, la dobbiamo assecondare dando una forza particolare agli interventi rivolti a sostenere le fasce più deboli e soprattutto intervenire sul lavoro per rilanciarlo nel segno dell’equità e dell’equilibrio territoriale».
La segretaria generale Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, ha spiegato che «lo sviluppo del Paese passa anche per la sua equità, e che l’equità passa anche per il fisco e per le pensioni. La manovra, così com’è confezionata, non tiene conto delle esigenze dei cittadini e soprattutto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati». Mazzucchelli ha aggiunto: «Siamo qua per rivendicare più flessibilità per le pensioni e un fisco equo».
Landini sulla transizione ecologica: «Chiediamo un fondo unico»
Sul tema della transizione ecologica in grado di creare posti di lavoro in alcuni settori con il rischio però di ridurli in altri, Landini ha spiegato «stiamo proponendo un cambiamento della legge di bilancio, perché si stanno istituendo tanti fondi tra loro diversi: il fondo per l’occupazione, il fondo per la riconversione, il fondo per l’ambiente. Noi proponiamo che si faccia un unico fondo, che metta assieme tutte queste risorse e che, da questo punto di vista, il fondo per la transizione diventi in realtà un fondo in cui il governo agisce in termini di politiche industriali».
Secondo il segretario generale Cgil, per creare posti di lavoro se da una parte «si mettono soldi per rinnovare il parco degli autobus e farli elettrici o addirittura fare i treni a idrogeno il tema è dove si costruiscono questi mezzi: si comprano in Cina o si costruiscono nel nostro paese?». In tal senso la scelta che consentirebbe di creare posti di lavoro è quella di canalizzare gli investimenti sulle energie rinnovabili, facendo in modo che i nuovi sistemi «dall’eolico all’offshore fino al solare», siano costruiti in Italia. Questo permetterebbe di realizzare «filiere produttive che non abbiamo».
Accanto a questo ha posto il tema della formazione, che ha auspicato divenga permanente per le persone di qualsiasi età, e della redistribuzione del lavoro, con una discussione che deve toccare anche «il tempo e l’orario di lavoro, come sta avvenendo anche da altre parti in giro per il mondo». Sugli investimenti ha ricordato che «proprio ieri, la Camera degli Stati Uniti ha deliberato la quantità di investimenti pubblici più grande nella storia dell’America e da questo punto di vista noi abbiamo bisogno anche qui di creare investimenti, perché l’occupazione si crea se investi anche sulla sanità pubblica, si crea anche se investi nel rifare la manutenzione dei territori, avere rispetto dell’ambiente».
Fondamentale poi una «vera lotta all’evasione fiscale: noi non possiamo continuare ad essere un paese che ha un’evasione fiscale di 120 miliardi all’anno, oltre ai livelli di corruzione, e allo stesso tempo dove sono aumentate le diseguaglianze per cui chi è più povero è ancora più povero e la ricchezza si è concentrata in mano a pochi, senza mai essere approntata».
Solo con queste condizioni secondo Landini potrà essere fatto un piano straordinario per l’occupazione, creando anche quei nuovi lavori che ci saranno perché molto probabilmente la tecnologia sempre nella storia ha cambiato ma anche creato nuovi posti di lavoro e nuove professionalità che forse oggi non siamo neanche in grado di individuare. Bisogna avere un po’ di futuro e soprattutto bisogna mettere al centro la persona, non il profitto, non il mercato.
Le vertenze nelle Marche, Landini: «Impegno per decreto contro delocalizzazioni»
Sulle vertenze aperte nelle Marche ha affermato: «Ci sono tante vertenze nelle Marche come in giro per l’Italia ci sono tante situazioni di crisi e su questo abbiamo chiesto al governo l’altro giorno che fine ha fatto il decreto contro le delocalizzazioni, l’altro tema che sta emergendo: se n’era discusso un po’ di mesi fa ma poi è sparito nel cassetto. C’è un impegno a riaprire quella discussione perché è chiaro che nel nostro Paese serve avere anche uno strumento legislativo che impedisca alle multinazionali di venire qui, di portarci via quello che sappiamo fare e di delocalizzare da altre parti». A tal riguardo ha espresso la necessità di provvedimenti e di una politica nazionale così che le vertenze locali siano messe «dentro una dimensione di sistema più generale che riguardi lo sviluppo e la crescita del nostro Paese».
Super Green pass, Landini: «Qualcuno si sta svegliando con un po’ di ritardo»
Sul Super Green pass Landini ha ricordato che «sei mesi fa, il sindacato ha posto il problema di aprire una discussione per andare verso un obbligo vaccinale che possa essere discusso. Vedo che qualcuno si sta svegliando con un po’ di ritardo e penso da questo punto di vista che l’obiettivo deve rimanere sempre lo stesso, in Italia e nel mondo», inoltre ha aggiunto «ci stiamo battendo anche per fare in modo che si sospendano determinate logiche, perché il vaccino deve essere gratuito in tutto il mondo».
Secondo il segretario generale della Cgil sul virus «non c’è una semplice dimensione nazionale che affronta questo tema, c’è una questione internazionale e c’è bisogno da questo punto di vista che si faccia questa operazione con un respiro che abbia questo elemento e serve anche fare una campagna informativa che sia corretta e che faccia superare anche quelle diffidenze e quelle paure, che tra le persone ancora esistono».
In piazza anche il coordinatore regionale di Articolo Uno, Massimo Montesi, e il consigliere e vicepresidente della Lega Marche, Mirko Bilò. Bilò nel portare ai sindacalisti il saluto della Giunta, ha posto l’accento sulla necessità di «aiutare le imprese ad abbattere i costi e le famiglie dei lavoratori ad accendere il riscaldamento, a comprare latte, pane, frutta e verdura. Occorre azzerare l’Iva sui beni di prima necessità e su questo il partito sta concentrando il suo impegno. Il confronto sul tema del lavoro e le sue ripercussioni sociali deve essere un dovere, oltre che una necessità. Non possiamo permetterci di sprecare neanche un euro dei soldi che saranno a disposizione per il rilancio dell’economia». Poi l’accento sulla politica degli investimenti che «devono creare occupazione».
Montesi, a margine della manifestazione ha espresso perplessità sul PNRR «per la mancata condivisione con le parti sociali» ed ha posto l’accento sulla necessità che le risorse siano impiegate «con accuratezza per garantire una ripresa del lavoro. Sulla grande riforma sanitaria che cosa stanno facendo? Bisogna puntare sulla medicina del territorio per dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini». Accanto a questo ha evidenziato il tema del Superbonus con la necessità di una riforma perché «così com’è oggi si rischia di bloccare una ricostruzione che non deve essere solo fisica, ma anche e soprattutto sociale ed economica».