ANCONA – Mancano circa ventiquattr’ore alla partenza di Francesco Stefanelli, che parteciperà alla maratona di New York, negli Stati Uniti indossando le scritte e i colori della Fondazione Lorenzo Farinelli Onlus, l’organizzazione che è nata in memoria dell’attore e medico anconetano (morto a soli 34 anni a causa di un linfoma) per promuovere la ricerca e sconfiggere i tumori del sangue. Quando Stefanelli prenderà la rincorsa iniziale saranno le 10 locali, cioè le 16 in Italia.
LEGGI PURE: Ancona, «correrò la maratona di New York per il mio amico Lollo Farinelli contro i tumori del sangue»
Amalia Dusmet, la presidente della Fondazione nonché mamma di Lorenzo, seguirà la partenza e il percorso dall’Italia. Raggiunta al telefono da CentroPagina.it, dice: «Ho appena scaricato da Play Store l’app ´TCS New York City Marathon´ per seguire Francesco. Sarà una bella occasione di visibilità per la Fondazione».
E ancora: «Una vetrina importante – sottolinea – perché Francesco correrà con i colori della Fondazione e sarà lui, dall’altra parte del mondo, a promuovere la raccolta fondi su GoFundMe per finanziare lo studio di ricerca che porteremo avanti per tre anni grazie alla solidarietà di chi ci sosterrà».
LEGGI PURE: Ancona, al via lo studio contro i linfomi. La Fondazione Farinelli: «Aiutiamo la ricerca»
Una raccolta fondi che a dire il vero, attualmente, ha superato la soglia dei 3mila euro. Proprio pochi giorni fa, a lanciare gli appelli nel nome della solidarietà erano stati non solo lo schermitore anconetano Tommaso Marini, e l’atleta dorico mezzofondista Simone Barontini, ma anche la conduttrice di ´Ballando con le Stelle´ (la nota trasmissione televisiva di Rai 1), Milly Carlucci, e l’attore e doppiatore Luca Ward.
LEGGI PURE: Ancona, Veronica Pivetti e Carla Signoris in Corso Garibaldi: applausi dei fan
Intervistato da CentroPagina.it ancora prima che la notizia fosse divulgata, Stefanelli ci aveva raccontato del suo legame con Lollo: «Era uno dei miei compagni di liceo, ma ci conoscevamo già da prima. Ci siamo trovati in classe al Savoia, ma frequentavamo giri diversi. Non ci siamo visti tanto. Paradossalmente – riflette – abbiamo legato di più dopo, ci sentivamo per messaggio, ci raccontavamo le nostre vite, molto diverse, ma avevamo interesse a sapere, a capire i mondi differenti in cui eravamo. Quanto gli è accaduto è stato terribile e non deve più succedere».