ANCONA- Saldi invernali, si parte. Da oggi (5 gennaio) fino al 1° marzo, nelle Marche i negozi cominceranno ad applicare gli sconti sui prodotti: dall’abbigliamento ai libri, dagli accessori agli alimentari. Tutti a caccia dell’affare, di quel capo tanto desiderato ma troppo costoso per acquistarlo a prezzo pieno. Sconti iniziali soprattutto al 20 e al 30%, più rara la merce scontata già al 50%. Secondo un’indagine dell’Ufficio Studi Confcommercio, le previsioni di spesa sono in leggero calo rispetto al 2017. Faranno acquisti con i saldi circa 370 mila marchigiani con un budget di spesa a persona di 131 euro. Si stima inoltre che la spesa per ogni famiglia sarà di 302 euro per capi d’abbigliamento, calzature ed accessori. Secondo l’indagine Confcommercio – Format Research, gli acquisti preferiti dalle donne sono generi alimentari, abbigliamento, libri, prodotti di bellezza, mentre quelli degli uomini sono vino, cellulari e dvd.
«I saldi invernali 2018 arrivano dopo un Natale che si inquadra tra una crisi che sembra volgere al termine ed una ripresa ancora abbastanza debole, quantomeno nel fashion retail. Ci sarà però almeno un vantaggio per i consumatori che non vedranno i prezzi dei negozi con l‘Iva al 25%– spiega il direttore Confcommercio Marche Massimiliano Polacco-. Un importante successo di Confcommercio per far sì che fossero sterilizzate le clausole di salvaguardia. Se vogliamo veramente uscire dal tunnel occorrono coraggio e determinazione per ridurre la pressione fiscale, ancora troppo elevata per imprese e famiglie».
Le Marche continuano a pagare le conseguenze del sisma. «Purtroppo nelle Marche sentiamo ancora l’effetto del terremoto che terrà al di sotto delle medie nazionali la spesa anche per i saldi. Dati che non debbono passare sotto silenzio- afferma Polacco-. Nelle zone terremotate il lavoro per dare sviluppo e futuro è ancora lungo e non dobbiamo abbassare la guardia».
Per evitare sorprese durante i saldi, Confcommercio dà alcuni consigli. Innanzitutto, la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato: in questo caso scattano riparazione, sostituzione del capo o la restituzione dei soldi. Il compratore è però tenuto a denunciare il problema entro due mesi dalla scoperta del difetto. La prova dei capi è rimessa alla discrezionalità del negoziante. Per quanto riguarda i pagamenti, le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante se nel punto vendita è presente l’adesivo che attesta la relativa convenzione. Inoltre, i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere oggetto di deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Non è comunque vietato mettere in vendita prodotti solitamente in voga in altri periodi.
Infine, il negoziante è obbligato ad indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo in saldo.