ANCONA – Il focolaio all’ospedale Santa Croce di Fano potrebbe forse rendere più incerto il rientro delle Marche in zona gialla. L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini sollecitato dai giornalisti a margine della seduta del Consiglio Regionale (di oggi, lunedì 30 novembre) se la regione potrà rientrare nella fascia gialla con misure più soft ha detto «penso di sì però abbiamo un focolaio a Fano, lo stiamo gestendo, ma abbiamo 25 positivi e 25 in zona grigia, speriamo che questi pazienti non si riflettano sulle terapie intensive».
Parlando dello screening di massa, annunciato nei giorni scorsi dal governatore Acquaroli, l’assessore alla Sanità ha chiarito che le Marche hanno partecipato ad una gara con la Regione Piemonte, nella quale «abbiamo comprato 2 milioni e 200mila tamponi antigenici rapidi, dei quali 400mila da consegnare nei prossimi giorni per fare lo screening a dicembre nelle città con più di 20mila abitanti. Poi ha rimarcato «siamo pronti a partire» con gli screening nelle farmacie, nei laboratori provati. «Portiamo con noi la Croce Rossa, le cliniche universitarie con gli studenti di medicina e di scienze infermieristiche – prosegue – poi abbiamo i medici pensionati volontari, tutta una serie di persone che siamo riusciti a recuperare e a reclutare per fare questa operazione che è molto impegnativa».
Inoltre ha annunciato un incontro con comuni e sindaci per «verificare la loro cooperazione» e definire gli spazi «da mettere a disposizione» anche per l’eventuale coinvolgimento della Protezione Civile comunale. Sollecitato sulla percentuale di positivi in rapporto ai test, che nelle Marche si attesta in media intorno al 25-30%, contro quella nazionale sotto il 15%, ha chiarito che «l’indice è oggetto di approfondimento» perché «è stato rilevato che ci troviamo in presenza di un fenomeno a macchia di leopardo: bisognerà indagare a fondo partendo però da dati concreti e non da elementi empirici, bensì da elementi fattuali e statistici per verificare cosa sta succedendo».
Sul tempo di attivazione dello screening sierologico nelle farmacie, Saltamartini, ha spiegato che anche le parafarmacie hanno dato la loro disponibilità e a questo riguardo l’assessore ha chiarito «siamo aperti a far si che siano uno dei bracci operativi», anche se ha rimarcato che è in atto una valutazione dal momento che non c’è una intesa né con il Servizio Sanitario nazionale né con quello regionale e che le parafarmacie non sono collegate con il sistema di trasmissione dati telematici.