Ancona-Osimo

Via la mascherina su bus e treni, ma resta per Rsa e ospedali. L’infettivologo: «Fragili e grandi anziani la indossino»

La protezione facciale da oggi, primo ottobre, non è più obbligatoria sui mezzi di trasporto pubblico. Il punto con l'infettivologo Andrea Giacometti

ANCONA – Da oggi, primo ottobre, cade l’obbligo della mascherina su bus, treni e metropolitane; la misura infatti non è stata prorogata dal governo. Fino ad ora chi utilizzava i mezzi di trasporto pubblico per spostarsi doveva avere la mascherina Ffp2, senza la quale non era possibile salire a bordo.

Resta invece ancora in vigore per un altro mese (fino al 31 ottobre), l’obbligo di indossare la protezione delle vie respiratorie per i lavoratori, gli utenti ed i visitatori delle strutture sanitarie (ospedali), socio-sanitarie e delle Rsa, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti. Fino alla stessa data resta l’obbligo di indossare la mascherina anche nei luoghi di lavoro sotto il metro di distanza.

L’infettivologo Andrea Giacometti

Secondo l’infettivologo Andrea Giacometti, il venir meno dell’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi pubblici, «può essere sicuramente un fattore che determinerà un certo incremento della trasmissione». Per questo il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, invita «i fragili e i grandi anziani ad indossarla lo stesso». «Abituiamoci ad indossare la mascherina come si fa con gli occhiali da sole – dice – Quando serve indossiamola».

Dall’ultimo monitoraggio Iss- Istituto Superiore di Sanità – Ministero della Salute, emerge che l’indice di trasmissibilità Rt in Italia è tornato sulla soglia epidemica 1, come lo scorso luglio, quando nel periodo 6 – 19 luglio era a quota 1,03. Se da un lato la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (11%), è in leggero aumento quella dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (54% contro 53%), mentre diminuisce leggermente la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (35% contro 36%).