Ancona è la città delle Marche dove la mensa scolastica costa di meno, mediamente 2,42 euro a pasto. Il dato emerge dalla VI Indagine sulle tariffe delle mense scolastiche di Cittadinanzattiva che ha esaminato le tariffe dei 110 capoluoghi di provincia italiani, sia per quanto riguarda la scuola dell’infanzia che la primaria.
Le Marche, con una spesa media di 68,40 euro per la mensa della scuola dell’infanzia e 75 euro per la mensa della scuola primaria, sono tra le regioni in cui le famiglie spendono di meno per far mangiare i propri figli a scuola, mentre nel resto del Paese la spesa media si attesta a 82 euro. La regione mediamente più costosa è la Basilicata (109 euro mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (58 euro nella scuola dell’infanzia e 62euro per la primaria).
Se il capoluogo regionale è la città delle Marche in cui la mensa per l’infanzia e la primaria costa meno, Ascoli Piceno è la città in cui il conto è più salato (3,80 euro a pasto) per l’infanzia, mentre Pesaro è quella più cara per la primaria. Ad Ancona una famiglia spende mediamente 436 euro l’anno per far mangiare i figli alla scuola d’infanzia e alla primaria, mentre ad Ascoli Piceno la spesa media annua è di 684 euro per l’infanzia e la primaria. A Fermo si spendono 648 euro l’anno sia per la primaria che per l’infanzia, a Macerata 612 euro per l’infanzia e la primaria.
A Pesaro conto salatissimo per mangiare alla mensa della scuola primaria: una famiglia spende mediamente oltre i mille euro l’anno (1.062 euro) e 664 euro per la scuola dell’infanzia. A Urbino mangiare alla mensa della scuola dell’infanzia costa 648 euro l’anno, mentre alla primaria 612 euro l’anno. Nelle Marche sono complessivamente 555 le mense scolastiche esistenti, ma il Pnrr ne prevede altre 21 di cui 7 di nuova realizzazione, 11 da ampliare o ricostruire, 1 da riconvertire e 2 da riqualificare, per un importo complessivo di 10.346.583,36 euro.
Nel dettaglio il Pnrr prevede i seguenti interventi, Ancona: Montecarotto, 809.457, Demolizione; Jesi, 917.500, Demolizione; Ancona, 750.000, Demolizione; Ancona, 270.000, Nuova costruzione; Ascoli Piceno: Monsampolo del Tronto, 150.000, Demolizione; Grottammare, 720.000, Nuova costruzione; Cossignano, 535.000, Nuova costruzione; Monteprandone, 995.000, Nuova costruzione; Monteprandone, 1.080.000, Demolizione; Monsampolo del Tronto, 119.800, Demolizione.
Fermo, 746.496, Riqualificazione; Macerata: Pieve Torina, 312.200, Demolizione; Treia, 189.300, Riqualificazione; Civitanova Marche, 327.000, Demolizione; Pesaro e Urbino: Sant’Angelo in Vado, 226.000, Demolizione; Apecchio, 382.000, Demolizione; Tavullia, 500.000, Nuova costruzione; Terre Roveresche, 260.900, Riconversione; Gradara, 96.842, Demolizione; Pesaro, 582.287, Nuova costruzione; Urbino, 376.800, Nuova costruzione.
Facendo un raffronto con il 2020-2021 nelle Marche le tariffe sono rimaste sostanzialmente stabili come anche in Lazio, Umbria e Valle d’Aosta, mentre l’incremento è stato a due cifre in Basilicata (+19% e +26% rispettivamente per scuola primaria e quella dell’infanzia) e in Campania (+12% circa per entrambe le tipologie di scuola), il decremento più elevato è stato registrato in Sardegna (-10,5% nell’infanzia e -4,5% nella primaria).