Ancona-Osimo

Mercatone Uno, “eppur si muove”. Nuovo vertice al Mise

È previsto il 3 dicembre il nuovo tavolo di confronto per tentare di giungere ad una soluzione nella spinosa vertenza del fallimento della catena di arredamenti. Nelle Marche sono 140 i dipendenti "in ballo"

ANCONA – “Eppur si muove” disse Galilei riferendosi alla Terra e qualcosa torna a muoversi finalmente anche nella vertenza Mercatone Uno, la catena di arredamento fallita il 24 maggio scorso lasciando “a piedi” 1800 lavoratori che prestavano servizio nei 55 punti vendita italiani. La situazione era infatti in stallo dall’8 ottobre scorso, quando si era tenuto il vertice al Mise (ministero per lo Sviluppo Economico) tra il vice capo di Gabinetto Giorgio Sorial, i rappresentanti del ministero del Lavoro e delle regioni, e le parti sociali. La convocazione di un nuovo incontro è arrivata ieri, 25 novembre, e il tavolo di confronto al Mise è stato fissato per il 3 dicembre.

In occasione del vertice dell’8 ottobre scorso erano emerse 24 manifestazioni di interesse, da parte di aziende potenzialmente interessate a rilevare i negozi o alcuni di essi. Delle 24 proposte avanzate, il 64% erano arrivate da aziende italiane, mentre il restante 36% da straniere, mentre 11 di queste avrebbero già avuto accesso alle informazioni aziendali.

Una corsa contro il tempo, quella dei 3 commissari straordinari e delle parti sindacali (Filcam Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS) per giungere al salvataggio dei tanti posti di lavoro: è scaduto infatti il 31 ottobre il tempo massimo per la presentazione delle offerte vincolanti di acquisto da parte delle aziende interessate.

Ora i sindacati si aspettano notizie proprio su questo fronte e chiedono ancora con più forza garanzie sul perimetro occupazione anche perché nelle Marche sono in ballo circa 140 posti di lavoro: 110 dipendenti prestavano servizio nei negozi di Pesaro, Monsano e Civitanova Marche e una trentina nella sede abruzzese di Colonnella. Inoltre il 31 dicembre scade anche la cassa integrazione.

«Siamo sul filo del rasoio – commenta la segretaria generale Filcams Cgil Ascoli Piceno e componente della segreteria regionale Filcams Marche, Luana Agostini -, il nostro auspicio è che arrivi un compratore interessato a tutti e 55 i negozi, in modo da mantenere integra quella che era una azienda storica della grande distribuzione e che ancora resisteva. Se così non fosse chiediamo di limitare i danni il più possibile evitando di una eccessiva frammentazione per mantenere le condizioni economiche e normative dei dipendenti».

«Ai commissari chiederemo certezze occupazionali – spiega il segretario generale UILTuCS Marche, Fabrizio Bontà -, mentre alla Regione politiche attive qual’ora si verificasse l’ipotesi che temiamo, ovvero di uno “spezzatino lacrime e sangue”. In questo caso il governo regionale dovrà farsi parte attiva per ricollocare il personale. Dopo esserci scottati con Shernon presteremo una attenzione spasmodica e siamo certi che anche i 3 commissari saranno andati a gamba tesa nel valutare ogni minimo aspetto relativo alle manifestazioni di interesse».

«Auspichiamo che vengano rese più chiare le proposte degli acquirenti e di avere un primo ritorno sulle valutazione fatte dai commissari in merito alle proposte avanzate», spiega il segretario generale Fisascat Cisl Marche, Marco Paialunga.