ANCONA – «Da inizio maggio in Italia vediamo una media di 5-6 fenomeni locali estremi al giorno, con una piovosità diffusa ed estrema che genera le cosiddette bombe d’acqua, cioè fenomeni locali e circoscritti, anche molto intensi, che possono interessare una singola città o l’intera regione, causando, in quest’ultimo, caso danni importanti come avvenuto in Emilia-Romagna». Nelle parole del professor Giorgio Passerini, meteorologo dell’Università Politecnica delle Marche, c’è il segno del cambiamento climatico sempre più evidente.
Allerte meteo si rincorrono giorno dopo giorno, come mai accaduto negli anni passati, e le piogge, fulminee ma intense, scaricano importanti quantitativi di piogge, tali da causare allagamenti, frane e smottamenti, uno scenario che si ripete appunto da inizio maggio. Nelle Marche dopo l’ondata di maltempo di metà maggio che ha caudato danni per 314milioni in 160 comuni, sono seguite le bombe d’acqua di inizio giugno con frane, smottamenti e allagamenti che hanno colpito maceratese, anconetano, pesarese.
Cosa sta succedendo? «Sull’Italia è in atto una convergenza di aria calda e umida dal sud del Mediterraneo e di aria fredda dai Balcani. Ad innescare i fenomeni alluvionali è l’orografia del territorio, ovvero la presenza di rilievi montuosi, colline e di valli strette». Una situazione di instabilità meteorologica che sta andando avanti da alcune settimane e che non sembra destinata ad esaurirsi nel breve termine. Il meteorologo dell’Univpm spiega infatti che «i modelli previsionali per la prossima settimana prevedono un nuovo peggioramento con fenomeni localizzati».
Il problema è che il ripetersi continuo di piogge intense «non consente al territorio di riprendersi, il terreno è saturo di acqua. Inoltre, spesso i danni legati al maltempo derivano dal fatto che spesso si è costruito in zone in cui non si sarebbe dovuto costruire, basta solo pensare alla frana Balducci di Ancona, una frana che risale addirittura all’800, sopra la quale si è edificato molto. Con i fenomeni sempre più intensi e violenti in atto non è più tempo di ‘scommettere’. il clima ormai è cambiato e bisogna tenerne conto».
Guardando alla prossima stagione estiva che si aprirà fra poche settimane, secondo il professor Passerini «sarà un po’ più calda del normale, 1-2 gradi sopra la media, ma un po’ meno calda dell’anno scorso, soprattutto sarà un po’ più piovosa, diciamo il 20-30% in più». Quindi la siccità dell’estate 2022 sarà solo un ricordo, anche se «i modelli previsionali sono sotto stress ed è più complesso fare previsioni». In ogni caso, «la siccità di questo inverno è in gran parte risolta: in montagna si stanno ricaricando le falde». Per poter godere di condizioni meteo più stabili però bisognerà aspettare la fine del mese, in quanto prima della terza settimana di giugno l’Anticiclone Africano non farà capolino e non si potrà avere un quadro più stabile con buona pace di chi aspetta con ansia di sdraiarsi al sole in spiaggia.