ANCONA – Brusco crollo termico e neve anche a quote collinari. Dopo una giornata quasi primaverile, quella di oggi (18 gennaio), con temperature che ad Ancona hanno sfiorato i 20 gradi, da domani (venerdì 19 gennaio) cambia tutto e nella notte tra venerdì e sabato «la quota neve si abbasserà dagli attuali 3mila metri a 500 metri». A delineare il quadro è Giorgio Passerini, meteorologo dell’Università Politecnica delle Marche, docente di Fisica Tecnica Ambientale.
I fiocchi potrebbero imbiancare anche il Monte Conero, «la neve arriverà infatti dal mare», una configurazione caratteristica delle più importanti nevicate che si sono succedute nella storia dell’anconetano. Da domani pomeriggio si verificherà un netto ribaltamento della situazione: «Nell’arco di alcune ore le temperature subiranno un crollo verticale che potrà toccare i 10 gradi» spiega.
Sulla costa la colonnina di mercurio potrà arrivare a segnare valori intorni ai 4-5 gradi. «Nella notte le nevicate potranno interessare l’area collinare con episodi locali anche a quote inferiori – spiega il professor Passerini – e si potrà assistere anche al fenomeno della neve ghiacciata, o groupel. Il freddo durerà due o tre giorni, ma le nevicate dovrebbero verificarsi solo domani notte».
L’aria gelida arriverà dalla Siberia spiega il meteorologo, precisando che dalla prossima settimana si avrà un nuovo ribaltamento e le temperature torneranno a salire, così come la quota neve. Intanto, afferma, «nel fine settimana si potrà approfittare per recarsi in montagna: se non ci sarà neve a sufficienza per sciare, domenica sarà comunque una giornata splendida con tanto sole». «Tra martedì e mercoledì della prossima settimana lo zero termico salià a 4-5mila gradi e le temperature risaliranno di nuovo, portando un nuovo periodo caldo che potrà durare fino a fine mese».
«Una bolla di aria Africana riporterà l’alta pressione e aria calda che salirà anche in quota, determinando instabilità atmosferica e una persistenza delle sostenze inquinanti» spiega, condizioni che esprimono appieno il cambiamento climatico. «Il 2023 è stato l’anno più caldo in assoluto – evidenzia -: i grandi sistemi di alta pressione sono sempre più forti e invasivi. Le piogge sono state molto scarse e se il resto dell’inverno proseguirà con lo stesspo trend questa volta a rischiare la siccità saranno anche le Marche, che finora erano state risparmiate da questo problema».