Ancona-Osimo

Minore attuazione leggi consiliari. Busilacchi attacca i dirigenti della Giunta: «Indecente»

La questione è emersa durante la discussione sulla mozione relativa al riuso dei farmaci proposta dal consigliere pentastellato Fabbri. Per il consigliere regionale di Articolo 1 «non possono esserci leggi di origine consiliare che aspettano da anni un regolamento, che sono già finanziate, ma rischiamo di perdere le risorse perché c'è altro da fare»

L'aula del Consiglio Regionale
L'aula del Consiglio Regionale

ANCONA – «Mi sono veramente rotto le scatole». È lo sfogo in Aula del consigliere regionale Gianluca Busilacchi che ha denunciato la minore attuazione delle leggi di derivazione consiliare, a differenza di quelle di Giunta che procedono spedite. La questione è emersa durante la discussione della mozione, approvata all’unanimità, sul recupero dei farmaci, la loro restituzione e donazione ai fini del riutilizzo dei medicinali non utilizzati dai pazienti e non scaduti, presentata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Piergiorgio Fabbri che aveva sollecitato la Giunta regionale ad applicare la normativa esistente, modificata e aggiornata nel 2017 e che «potrebbe generare 2 milioni e mezzo di risparmi all’anno», per la quale, però, mancherebbe il regolamento attuativo.

Rivolgendosi direttamente al presidente del consiglio regionale Mastrovincenzo, Busilacchi ha posto l’accento sulla questione che ha definito «grave». «Questa di Fabbri – ha dichiarato il consigliere regionale di Articolo 1 – è l’ennesima riprova che in nove anni, salvo alcune rare eccezioni, ho avvertito i dirigenti della Giunta regionale, rispetto all’applicazione di leggi regionali di origine consiliare, come non collaboratori, ma come una controparte. È indecente che ci siano uomini dello Stato, pagati profumatamente per svolgere le proprie funzioni, che abbiano interesse di applicare le leggi regionali esclusivamente quando le leggi regionali sono portate in Aula dal proprio assessore».

Busilacchi è andato all’affondo nei confronti dei dirigenti della Giunta regionale spiegando che «non possono esserci leggi di origine consiliare che aspettano da anni un regolamento, che sono già finanziate, ma rischiamo di perdere le risorse perché c’è altro da fare», poi ha dichiarato «viene da pensare che questi signori invece di svolgere la propria funzione dello Stato abbiano l’interesse esclusivo di mantenere la loro poltrona».

Gianluca Busilacchi, consigliere regionale e componente segreteria nazionale Articolo 1
Gianluca Busilacchi, consigliere regionale e componente segreteria nazionale Articolo 1

Il consigliere ha portato ad esempio la legge sul registro tumori, varata nel 2012 e che «ha trovato attuazione credo in questi ultimi mesi, su un tema su cui muoiono le persone, perché abbiamo avuto difficoltà per far capire chi prendeva la Posizione Organizzativa», inoltre ha annunciato che se le cose non cambieranno convocherà «una conferenza stampa facendo nomi e cognomi dei dirigenti della Regione Marche che bloccano i lavori del consiglio regionale». Ha poi proposto che nei premi dati ai dirigenti sia dedicata una quota alla valutazione di quante leggi di derivazione consiliare hanno trovato seguito.

La criticità sollevata dal Busilacchi ha raccolto ampio consenso tra i consiglieri regionali, fra i quali Urbinati, Marconi e Giacinti, e il presidente del Consiglio regionale Mastrovincenzo ha dichiarato che scriverà personalmente «una lettera alla segretaria della Giunta affinché richiami i dirigenti a seguire quanto previsto nei provvedimenti legislativi approvati in sede consiliare, proposti dai gruppi consiliari o dai singoli consiglieri». In sostanza una missiva nella quale chiederà «una maggiore attenzione, disponibilità e coinvolgimento dei dirigenti per quanto compete alla segretaria generale».

Il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Antonio Mastrovincenzo

Unica voce per alcuni aspetti fuori dal coro, quella della consigliera del Movimento 5 Stelle Romina Pergolesi che si è dichiarata sorpresa dal tono utilizzato dal consigliere di Articolo 1. «Quello che lei ha detto in Aula oggi è piuttosto grave», ha detto, «io sono la prima a dire che qui le leggi non vengono attuate e quindi è anche inutile presentare, lavorare e parlare ore ed ore su mozioni che poi non verranno mai attuate, visto che non vengono attuate disposizioni legislative, però da qui ad accusare i funzionari di star li solo per rimanere attaccati alla poltrona secondo me ce ne corre».

La Pergolesi ha invitato Busilacchi a rivolgersi direttamente ai funzionari: «Se si vuole ottenere il risultato di portare a casa l’attuazione della legge, l’approccio dovrebbe essere più costruttivo». Poi si è detta sorpresa che «a fine mandato sia io a dirglielo, si sono ribaltati quasi i ruoli». La consigliera ha poi ricordato la legge sull’autismo ancora non applicata dal 2014.

Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale di Italia Viva Fabio Urbinati che si è espresso in toni più moderati ma in accordo con Busilacchi. Inoltre ha sottolineato la necessità di denunciare queste situazioni quando si verificano perché ha dichiarato «questi fatti avvengono», «a me e ad altri sono capitati». Urbinati ha sottolineato l’importanza di garantire l’accesso agli atti ai consiglieri, ricordando che è un diritto sancito dalla legge e dalla Costituzione. Poi il plauso all’iniziativa del presidente Mastrovincenzo: «non dobbiamo avere timore di andare nel dettaglio di situazioni che penalizzano tutti i marchigiani» ha concluso.

In accordo con Busilacchi anche il consigliere del Pd Francesco Giacinti che ha posto l’accento sulla bontà della recente modifica apportata alla legge elettorale che stabilisce la separazione tra il ruolo di consigliere e quello di assessore regionale.

Il consigliere di Popolari Marche-Unione in Centro, Luca Marconi, ha ricordato di avere sollevato la questione in occasione della legge sull’agricoltura del 2015. Poi ha invocato la redazione di un elenco sulle leggi di origine consiliare che non hanno ancora avuto attuazione: «Io ne ho almeno 4» ha detto, menzionando quelle sul bullismo, sul servizio civile per gli anziani, sull’agricoltura e la custodia del territorio, oltre che sul marchio per l’impresa sociale. «Non so che fine abbiano fatto» ha dichiarato  auspicando la discussione già nella prossima seduta del Consiglio regionale approfittando delle due settimane di stop.