Ancona-Osimo

Ancona e la mobilità del futuro, Ida Simonella: «Serve fame di cambiamento»

La candidata sindaca del centrosinistra si è confrontata con amministratori di altre realtà che hanno già affrontato importanti trasformazioni: «La vera rivoluzione sarà legata a come dovrà cambiare il modello di trasporto»

Un momento del confronto

ANCONA – Con il Pd e con la candidata sindaca Ida Simonella per parlare di mobilità del futuro nella città di Ancona: “Muoversi In Ancona Domani” è l’incontro che è stato promosso nello Spazio Presente del Museo della Città, confronto sul tema della mobilità, dei centri pedonali, delle alternative all’utilizzo dell’auto e sulle soluzioni che sono già state adottate in altre città come Milano e Bologna; ospiti insieme alla candidata sindaca Ida Simonella, l’assessora di Milano Arianna Censi e l’ex assessore di Bologna Andrea Colombo, entrambi esperti di mobilità. Il tema della mobilità ha riguardato, naturalmente e prima di tutto, il cambiamento e i modi in cui le due amministrazioni portate ad esempio sono riuscite a far accettare ai cittadini la trasformazione di alcune aree delle rispettive città.

«A Bologna negli anni scorsi abbiamo provato a portare avanti un cambiamento della mobilità e dello spazio pubblico – ha illustrato Andrea Colombo – cercando di coinvolgere i cittadini e rendendolo desiderabile dal punto di vista sociale. Per farlo una chiave è stata fare assaggiare il cambiamento, procedere per sperimentazioni, per mostrare passo passo i cambiamenti ed esemplificare la trasformazione complessiva della città mostrandone anche i benefici. Nel 2011, d’accordo amministrazione comunale e associazioni di categoria, sperimentammo la pedonalizzazione del cuore del centro storico. Queste sperimentazioni, una d’estate e una in autunno, andarono molto bene, si vide che chiudere le strade al traffico significava restituirle alle persone, i negozi cominciarono ad aprire anche alla domenica. E facendo assaggiare la bellezza di poter passeggiare in mezzo alla strada senza il rumore e senza il rischio di essere investiti riuscimmo progressivamente a far diventare permanente questa pedonalizzazione. Oggi nessuno si sognerebbe di tornare indietro».

«Sono convinta che il tema della mobilità dentro la città sia un elemento determinante nella modifica di alcune delle questioni che riguardano la qualità della vita delle persone – ha aggiunto Arianna Censi –. Come vivono le persone nelle città, come si modifica la loro capacità di utilizzare lo spazio pubblico, di muoversi, di usare mezzi che siano il meno inquinanti possibili, è un elemento che determinerà il futuro. Non abbiamo tanto tempo. Le giovani generazioni ci segnalano che questa è un’urgenza e la politica amministrativa deve avere il coraggio di affrontare il cambiamento. Ma deve essere in grado di confrontarsi con cittadini, associazioni, dare la propria idea della città, confrontarsi sul come realizzarla e poi farlo. Alcuni strumenti sono molto utili, perché poi le persone si accorgono che la qualità della loro vita migliorano. E’ oggettivo. Dobbiamo armonizzare, strade, spazi e ruoli e farlo con le persone mostrando come può essere il cambiamento. In alcuni luoghi sembrava impossibile disegnare una piazza dove c’erano auto e parcheggi selvaggi, invece usando lo strumento dell’urbanistica tattica da una settimana all’altra, dopo aver discusso con i cittadini, quello spazio lo abbiamo disegnato e fatto. Il cambiamento avviene in un tempo in cui è più visibile e comprensibile di quanto potrebbero portare mille parole».

«Gli spunti sono interessantissimi – ha detto Ida Simonella –, guardare quello che hanno fatto altre città aiuta tantissimo, anche a ricalibrare e concepire cosa effettivamente si può fare. Siamo al percorso quasi finale del piano urbano della mobilità sostenibile, un percorso lungo e partecipato. La questione principale, la vera rivoluzione in questa città sarà legata a come dovrà cambiare il modello di trasporto. Un piano che determina l’assetto di tutta la città e il modo di vivere dei cittadini. Questo piano ha una centralità, anzitutto quella del trasporto pubblico e della nostra rete filoviaria, che abbiamo la necessità di chiudere ad anello e abbiamo le risorse per farlo, la gara è già appaltata, i lavori partiranno a breve. La chiusura della rete filoviaria consentirà di cambiare l’assetto complessivo del trasporto pubblico e del piano della sosta. Perché realizzeremo questo anello per farlo funzionare come una sorta di metropolitana di superficie, in cui i filobus viaggiano ogni cinque o dieci minuti. Avremo parcheggi scambiatori di primo e secondo livello. L’obiettivo sarà quello di alimentare il traffico su questa metropolitana. Disincentivando anche l’uso del mezzo privato. Poi abbiamo l’idea già affrontata in molte altre città dei “quindici minuti”, cioè fare in modo che le persone che attualmente usano il mezzo privato per fare spostamenti in città entro i tre-cinque chilometri scelgano un’altra opzione, la bici, andare a piedi o comunque la mobilità dolce. Ma non si può fare per decreto, bisogna fare in modo che ci siano soluzioni e spazi per cui le persone scelgano di utilizzare questa mobilità piuttosto che il mezzo privato. Parliamo del 50% degli spostamenti in questa città, un impatto fortissimo sul traffico. Bisogna avere fame di cambiamento».