ANCONA – «Un grande dell’immunologia clinica ed uno dei primi studiosi in Italia ad essersi occupato del problema della infezione da HIV».
È con queste parole che il professor Stefano Aldo Pileri, direttore dell’Unità di Diagnosi Emolinfopatologica delll’IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano, ricorda il professor Fernando Aiuti, morto ieri mattina (9 gennaio) al policlinico Gemelli di Roma.
Nativo di Urbino, Aiuti è stato uno dei massimi esperti italiani di immunologia e tra i fondatori dell’Anlaids, Associazione Nazionale per la lotta contro l’Aids. Era ricoverato al Gemelli per problemi cardiaci quando sarebbe precipitato morendo per «complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza» stando alla nota diramata dal policlinico.
Pioniere della lotta all’AIDS è stato professore ordinario di Medicina Interna, direttore e docente della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica, coordinatore del Dottorato di Ricerche in Scienze delle Terapie Immunologiche presso l’Università La Sapienza di Roma, e negli ultimi tempi era ancora in attività come specialista in Malattie Infettive e Immunologia Clinica.
Il professor Stefano Aldo Pileri, un’altro grande marchigiano, lo descrive come una «persona molto rigorosa, ma capace di stabilire un rapporto empatico con il paziente. Cosa quanto mai importante, specie al giorno d’oggi. La sua scomparsa mi addolora personalmente. Se ne va con lui un altro degli studiosi che hanno contribuito a far apprezzare la Medicina Italiana a livello internazionale».
Lo ricorda come una figura di grande spessore il dottor Luca Butini presidente Anlaids Marche «sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista della volontà di coinvolgere la società civile nella lotta alla diffusione del virus HIV. Verrà ricordato per il bacio scambiato davanti alle telecamere nel 1991 con Rosaria Iardino, la donna sieropositiva, per dimostrare all’opinione pubblica che il virus non si trasmette in quel modo».