Ancona-Osimo

Mozione a difesa dei risparmiatori Banca Marche, Latini (Udc): «Promuovere la creazione di banche del territorio»

E' stata presentata al Consiglio regionale dal capogruppo dell'Udc Dino Latini, una mozione in difesa dei risparmiatori azzerati di Banca Marche. Intanto arrivano gli indennizzi. Il punto con l'associazione e il legale di parte civile Canafoglia

ANCONA – Favorire i ristori per i risparmiatori azzerati in seguito al crac di Banca Marche, avvenuto nel 2016, e promuovere nella Marche la creazione di una banca del territorio. È quanto intende sollecitare la mozione presentata in Consiglio Regionale dal capogruppo Udc Popolari Marche Dino Latini come primo firmatario e dal consigliere della Lega Andrea Maria Antonini. 

Nel documento, sarebbe previsto anche un parziale ristoro per le perdite finanziarie subite dalle fondazioni bancarie socie dell’istituto di credito fallito. Un intervento, che come spiega Latini «consentirebbe alle fondazioni di ritornare ed effettuare le erogazioni liberali, oggi totalmente sospese, a sostegno delle attività di welfare e di promozione culturale a favore di enti, istituzioni e associazioni marchigiane».

«La mozione – prosegue – impegna la Giunta Regionale affinché intervenga presso il Governo nazionale per aggiornare la valutazione politica ed economica della vicenda di Banca delle Marche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia Europea in merito all’analoga vicenda Tercas, per favorire i ristori per i risparmiatori e sollecitare il Governo ad una più doverosa e mirata attenzione al nostro territorio».

Il presidente del Consiglio regionale Dino Latini

Opportuno, secondo il capogruppo UdC «valutare l’introduzione all’interno della legislazione statale di alcune norme che consentano, come in altri paesi europei, la creazione di banche del territorio anche a partecipazione pubblica delle regioni, dei comuni e di altre istituzioni o enti con finalità economiche e sociali».

Intanto ai risparmiatori «stanno arrivando» gli indennizzi previsti dal fondo istituito ad hoc dal governo nel 2019, come conferma l’Associazione Azionisti Privati della Banca delle Marche, nata sulla scia del crac. «Mentre prima davano un acconto e poi un saldo, ora stanno liquidando il saldo totale – fa sapere l’associazione – : non tutti lo hanno ricevuto, ma gli azionisti sono abbastanza soddisfatti».

A ricevere il rimborso che ammonta al 95% del costo di acquisto per gli obbligazionisti, mentre gli azionisti possono  contare sul 30% entro il limite massimo di 100.000 euro, sono solo due tipologie di risparmiatori: quelli con redditi sotto i 35mila euro e quelli con un patrimonio complessivo entro i 100mila euro. «Per ora – spiega l’associazione – gli indennizzi stanno arrivando prima a chi ha un reddito inferiore ai 35mila euro rispetto all’altra categoria di beneficiari». Entro luglio-settembre di quest’anno si chiuderà la partita della liquidazione degli indennizzi.

Per le altre tipologie di risparmiatori, con redditi sopra i 35mila euro e un patrimonio sopra i 100mila euro, deciderà l’arbitrato. Gli indennizzi sono stati messi a disposizione dal governo nel 2019 quando il Mef, Ministero dell’economia e delle finanze, ha stanziato 1,575 miliardi di euro per risarcire i truffati delle banche sul territorio nazionale.

Intanto nell’Aula del Tribunale di Ancona prosegue il filone giudiziario della vicenda che vede 13 imputati tra i quali l’ex presidente Lauro Costa, l’ex direttore generale Massimo Bianconi e altre 11 figure dirigenziali ai quali sono contestati vari reati: bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, ostacolo della vigilanza e falso in prospetto.

Canafoglia
Corrado Canafoglia

A dare battaglia in difesa dei risparmiatori azzerati di Banca Marche è stato il legale di Unione Nazionale Corrado Canafoglia che rappresenta nel processo oltre 3.000 dei 44mila risparmiatori azzerati e 3.500 nel fir (fondo indennizzo risparmiatori). Il legale ha fatto parte della cabina di regia che ha lavorato alla predisposizione della norma per garantire il risarcimento ha chi ha perso i risparmi di una vita.

«C’è piena soddisfazione per essere riusciti ad inserire i risparmiatori nel fir, quando sembrava ad esclusivo appannaggio delle banche del Nord Italia e nell’essere riusciti ad ottenere il 95% per gli obbligazionisti e il 30% per gli azionisti, era all’epoca inimmaginabile: ricordo benissimo la disperazione di tante persone. E c’è soddisfazione anche per i ristori che stanno arrivando».

Sono non più di 7.500 i risparmiatori azzerati che hanno presentato domanda di indennizzo. «Abbiamo dato battaglia affinché i soldi di indennizzo andassero ai risparmiatori, piuttosto che alle fondazioni».